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L'intervista

Di mestiere imprenditore edile, ma scrive romanzi dedicati alla montagna

Eward C. Bröwa, pseudonimo di Edoardo Chiariglione, racconta la sua esperienza di scrittore

Eward C. Bröwa

Eward C. Bröwa

Quando ha cominciato a scrivere, nel 2019, Edoardo Chiariglione aveva cinquant'anni. Se gli si chiede il motivo per cui ha preso in mano la penna, lui risponde così: "Non so come sia venuto fuori tutto ciò, semplicemente avevo delle cose da dire e le ho dette". Ha preso carta e penna e si è messo a modellare il suo immaginario letterario.

Ha poi deciso di cominciare a pubblicare. Lo ha fatto in proprio, senza passare per la mediazione di una casa editrice. E lo ha fatto con uno pseudonimo: Eward C. Bröwa. Letto così, di primo acchitto, il nome potrebbe suggerire origini anglofone. E invece no.

"Ho scelto questo pseudonimo - racconta Edoardo, che vive e lavora a Chialamberto - perché 'Bröwa' è il soprannome della mia famiglia. Come spesso accade nei posti di montagna, alle famiglie viene dato un soprannome. Nel caso della mia, quel termine ha a che fare con una specie di minestra di farina bianca. Ma non saprei dire molto di più sui motivi". Di fatto, col suo pseudinomo "non ho voluto nascondermi. Al contrario, ho voluto identificarmi".

Edoardo ha alle spalle diversi libri. L'ultimo si chiama "Nel mondo della paura", ed è il quarto volume della serie Valli Gemelle. Nei suoi romanzi le Valli di Lanzo diventano scenari fantasy, in cui si aprono misteriosi varchi spazio temporali che conducono a mondi paralleli.

Protagonista dei quattro romanzi è un giovane e irruento montanaro, poi affiancato da una donna, capo della valle confinante. Vivono in villaggi con le case in pietra, conoscono il territorio e si spostano quasi esclusivamente a piedi, in una natura incontaminata e in un’epoca forse preindustriale o forse sopravvissuta alla fine della tecnologia.

Tra le loro montagne scoprono la via per raggiungere altri mondi, molto simili al loro ma caratterizzati da un diverso scorrere del tempo. Lì incontrano popoli diversi, conoscono personaggi con cui stringeranno amicizie destinate a durare per tutti i volumi, ma capiscono anche che la libertà e gli equilibri universali sono messi a rischio dall’avidità di potere di umani malvagi.

Altro elemento che lega i libri di Bröwa all’ambiente montano è, infatti, il rispetto per la natura, la consapevolezza che l’esistenza di tutti gli esseri viventi è interconnessa.

Di professione, Edoardo fa l'imprenditore edile. Non abbiamo a che fare, quindi, con uno scrittore professionista, ma con qualcuno che, a un certo punto, ha iniziato a scrivere per passione, per necessità di comunicare dei messaggi, e per chissà quanti altri motivi.

Sicuramente, immerso nelle bellezze naturalistiche delle Val Grande, non sarà stato difficile trovare l'ispirazione: "Lo stimolo l'ho trovato non solo nella natura del posto in cui vivo, ma anche e soprattutto nella vita di paese, dove ancora resistono ceti rapporti umani che si stanno perdendo negli agglomerati urbani".

Chialamberto

La scelta dell'autopubblicazione

Dicevamo che Edoardo ha scelto la strada dell'autopubblicazione. Una scelta in controtendenza con quella di decine di autori alle prime armi, che preferiscono affidarsi al mondo delle case editrici; un mondo, però, sempre più difficile e complicato, che spesso, più che aiutare uno scrittore a emergere e a crescere, diventano dei macigni che allontanano le persone dalla pubblicazione.

"Io ero un profano, di editoria non sapevo nulla - racconta Edoardo -. Ho mandato i miei testi alle case editrici e ho avuto diversi riscontri. Mi sono però reso conto a un certo punto che il mio lavoro veniva talvolta sminuito. Avrei dovuto cedere i diritti dei miei libri e in certi casi avrei dovuto anche pagare. Insomma, non ho notato da parte degli editori nessuna volontà di spingere il libro".

Un circuito che Edoardo ha rifiutato, per un motivo molto semplice: "A me interessava solo trasmettere dei messaggi, e così mi sono dato da fare il più possibile per pubblicare da solo il mio libro. Ho avuto delle grandissime soddisfazioni, e se oggi come oggi un editore arrivasse a farmi una proposta altrettanto remunerativa dell'autopubblicazione non accetterei".

I libri di Edoardo

La montagna come forma di vita

Lontano dai vincoli delle case editrici, Edoardo ha mantenuto una sua libertà: "Io sono un montagnino fatto a modo mio - sorride - e mi piace essere libero". Una libertà che ha trovato la sua realizzazione principale proprio nella scrittura: "Scrivere mi è sempre piaciuto tantissimo, mi fa stare bene".

E la scrittura, per Edoardo, è diventata negli anni una forma di tributo per la sua Chialamberto per la Val Grande tutta. Il territorio, dice Edoardo, è "una forma di vita, che negli anni è cambiata molto". Lo scrittore lo ricorda ai tempi della sua gioventù e della sua infanzia, quando "era una sorta di ecosistema in cui c'era la possibilità di interagire con tantissime persone. Io sono cresciuto qui e non sarei capace di vivere altrove".

La montagna, in quest'ottica, diventa un paesaggio interiore ancora prima che esteriore: "C'è una sorta di 'anima della montagna' che lega gli uomini. Vivere qui crea molte difficoltà, ma gli aspetti positivi sono preponderanti rispetto ai negativi. Spesso, invece, viene vista solo come posto dove trascorrere la settimana bianca".

L'idea che ci si fa della montagna ascoltando Edoardo è quella di un organismo vivo e pulsante, capace di fondere natura e cultura in ecosistemi ricchi di storia e di relazioni.

Il tramonto visto da Chialamberto

Eppure questo patrimonio, da diversi anni, è in pericolo. Le minacce dello spopolamento e del crollo demografico, che spesso sono già una tragica realtà, rischia di far scomparire un'eredità culturale secolare.

"Lo spopolamento - conferma Edoardo - ha causato dei grossi danni al territorio, ma ci sono persone che sono rimaste e che continuano a vivere qui. Qui esistono dei valori, come la socialità, che si sono persi altrove. Bisogna salvaguardarli, e prima di fare un passo avanti bisogna farne due indietro".

Indietro verso quella Chialamberto che Edoardo ha vissuto da bambino, quando "il paese era vivo e pieno di relazioni". Non tutto è perduto però: "Ci sono parecchi giovani che stanno tornando, per le ragioni più disparate. Alcuni hanno la posibilità di lavorare in smart working e hanno scelto di farlo da qui".

Per quanto lo riguarda, Edoardo fa la sua parte: nei suoi libri la Valle si popola di storie e di simboli. Che questo possa essere un auspicio per gli anni a venire.

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