Cerca

Ius scholae? Secondo la consigliera della Lega Anna Bono è una proposta razzista

Ius scholae? Secondo la consigliera della Lega Anna Bono è una proposta razzista

Bono Anna

Ius scholae? Secondo la consigliera comunale di Ivrea Anna Bono, sempre più ideologa della Lega di Salvini, una “proposta razzista”. Lo dice e lo scrive sul sito “La nuova bussola”, un quotidiano on line di giornalisti accomunati dalla fede “cattolica”. E’ qui che un giorno sì e l’altro pure si scaglia contro gli allarmismi del “riscaldamento globale”, delle eruttazioni bovine, dei religiosi vittime di violenza in tutto il mondo eccetera, eccetera. “Lo ius scholae - sostiene - prevede che un immigrato acquisisca la cittadinanza italiana se è arrivato quando aveva meno di 12 anni e se ha frequentato almeno cinque anni di scuola italiana. In realtà i figli degli immigrati godono già di tutti i diritti. Piuttosto c'è dietro l'idea che la nazionalità italiana sia superiore a quella marocchina, albanese o nigeriana…” E quindi? Non si dovrebbe essere orgogliosi di tutto questo? Cosa toglierebbe e cosa aggiungerebbe alla nostra vita di occidentali nati nella parte giusta del pianeta? Chiediamocelo da cittadini e pure da “cattolici cristiani”. In verità lo Ius Scholae (modifica di due articoli dela legge del 5 febbraio 1992) è il primo passo per cambiare il futuro di un milione di ragazzi e ragazze, bambini e bambine tenuti in scacco dalla burocrazia che, manco a dirlo, chiude loro ogni opportunità di crescita, di studio e di lavoro. La cittadinanza italiana, infatti, è il primo requisito per partecipare ad un concorso pubblico, ma anche per un viaggio di studio o un Erasmus. Non che quest’ultimo non lo si possa fare, ma in alcuni casi ci vuole il visto, con tutti i tempi che “il visto” prevede. La riforma della cittadinanza, arrivata in aula alla Camera il 29 giugno, è un tema più volte sollevato in questi ultimi dieci anni. Ora la maggioranza è divisa: sulle barricate Lega e Fratelli d’Italia, spaccata Forza Italia, unito il centrosinistra. Save the Children ha lanciato un appello affinché si giunga all’approvazione della legge entro questa legislatura. Per questi bambini e bambine non avere la cittadinanza italiana significa “dover vivere gli anni decisivi della crescita condividendo con i compagni di scuola tutti gli interessi, le passioni e l’attaccamento alla propria comunità locale senza essere considerati italiani a tutti gli effetti, a causa di una legge ormai superata nei fatti”, scrive l’organizzazione. Anna Bono Ricercatore in Storia e istituzioni dell’Africa presso il Dipartimento di culture, politica e società dell’Università di Torino fino al 2015,  dal 1984 al 1993 ha soggiornato a lungo in Africa svolgendo ricerche sul campo sulla costa swahili del Kenya. Dal 2004 al 2010 ha diretto il dipartimento Sviluppo Umano del Cespas, Centro europeo di studi su popolazione, ambiente e sviluppo  e fino al 2010 ha collaborato con il Ministero degli Affari Esteri nell’ambito del Forum Strategico diretto dal Consigliere del Ministro, Pia Luisa Bianco. Quello di Anna Bono è un nome e un cognome molto conosciuto nella Lega di Matteo Salvini. Una specie di ideologa di partito, a cui i giornali di tutta Italia fanno riferimento quando si tratta di smontare le politiche sull’acoglienza o certi presunti “miti” sui migranti. E ci sono sue interviste su Formiche.net, su nicolaporro.it, su ilgiornale.it, addirittura su dagospia. Scrive “Direttanews24”: “Si è assunta da anni – in pressoché totale solitudine accademica – un compito tanto arduo quanto meritorio su un tema incandescente, quello dell’immigrazione. E lo fa – il che è ancora più meritorio – in modo non urlato, non aggressivo, non disumano: se è consentito a un laico come me metterla così, lo fa con autentica carità cristiana, con pietas, ma senza pietismo….”. Libero, il quotidiano di Vittorio Feltri, aggiunge “ha i titoli per farlo. Dodici anni di studi e ricerche passati in Kenya, autrice del saggio Migranti!? Migranti!? Migranti!? edito dalla friulana Segno.” E cosa sostiene la Bono? Semplicemente che gli immigrati non son poveri ma ceto medio… non foss’altro che “per affrontare un viaggio clandestino bisogna affidarsi ai trafficanti e i costi sono elevati, nell’ordine delle migliaia di dollari…”. E poi sempre la Bono spiega un po’ ovunque che «in Africa c’è una percentuale di popolazione giovane convinta che l’Occidente sia talmente ricco che basta arrivarci per fare fortuna». E ancora che tra gli immigrati “gli europei, agli occhi dell’africano medio, sono tutti ricchi”, che “l’europeo è il turista che frequenta alberghi di lusso, oppure il dipendente dell’azienda occidentale che frequenta buoni ristoranti, ha una bella casa, l’automobile, magari l’autista…”. S’aggiunge che “da decenni in Africa arriva dall’Occidente di tutto: medicine, cibo, vestiti. Le Ong scavano pozzi e costruiscono (ottimi) ospedali. Tutto gratis. Questo contribuisce all’idea di una prosperità senza limiti dell’Occidente” e ci sono i trafficanti che “per alimentare il loro business hanno tutto l’interesse ad illudere le persone sul futuro roseo che troveranno in Europa”. Nel suo libro Anna Bono smonta peraltro anche una serie di fake-news, almeno a suo dire. La prima sui profughi che scappano dalla guerra. “Non è vero – spiega in lungo e in largo – Dati alla mano viene fuori che, grosso modo, su 100 migranti che arrivano in Italia, solo 4 si vedranno riconoscere lo status di profugo o rifugiato di guerra. Gli altri 96 sono sostanzialmente migranti economici…”. La seconda sulle condizioni economiche. Non è vero che sono poveri “… sono persone provenienti da paesi stabili (spesso democrazie imperfette, fragili, giovani, ma pur sempre democrazie), e persone che sono state in grado di raccogliere i non pochi soldi (da 5 a 10 mila dollari) necessari a pagare le organizzazioni criminali che lucrano su questo traffico di esseri umani…” L’ultima su “aiutiamoli a casa loro…”. “Tenga conto – dichiarava ad un giornalista di interris.it – che l’Africa da oltre 20 anni registra una crescita economica notevole, e in prima fila ci sono i Paesi da cui proviene la maggior parte dei migranti, solo che queste risorse vengono dilapidate o se ne giovano poche elite”. Morale di Bono? I migranti non scappano nè dalla guerra, nè dalla fame… E può anche essere vero, ma cosa c’è di cristiano o di sbagliato, in tutto questo?
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori