«Le dichiarazioni ieri rilasciate alle agenzie di stampa dal Senatore Vito Crimi lasciano sconcertati». Questa la nota del presidente della F.I.L.E., Federazione italiana liberi editori, Roberto Paolo. «Il capo politico del primo partito italiano, per rispondere ad una polemica di una collega di partito, travisando del tutto la realtà si è vantato della prossima chiusura di centinaia di giornali. Accusando la collega di fake news, il senatore Vito Crimi ha dato una serie di informazioni del tutto prive di fondamento, sostenendo che nel Dl Agosto non ci sono nuovi fondi per l'editoria. È vero che i giornali che percepiscono i contributi diretti, quelli editi da cooperative giornalistiche e da imprese no profit, col Dl Agosto non beneficiano nemmeno di un euro in più, perché sono esplicitamente esclusi dalle nuove provvidenze, ma Crimi finge di non sapere che di queste misure beneficeranno invece i grandi gruppi editoriali, per un importo pari a 60 milioni di euro. Il contributo al costo di acquisto della carta, ad esempio, verrà calcolato sulle spese effettuate nel 2019, e non è un sostegno alle cartiere, come Crimi vuole far credere, ma alle imprese editrici. Ed è giusto così, perché la carta per i giornali in Italia viene per la quasi totalità importata dall'estero e ben singolare sarebbe stato un contributo dato a multinazionali straniere. E anche i contributi per i servizi digitali stanziati col il Dl Agosto fanno riferimento alle spese sostenute dalle imprese editrici nel 2019. Quindi nel Dl Agosto sono state introdotte misure di sostegno diretto a favore dell’editoria per 60 milioni di euro, ma escludendo da questo sostegno proprio quei giornali che garantiscono maggiore autonomia editoriale, come per esempio il Manifesto o i tantissimi giornali locali editi da cooperative ed enti no profit». Per il presidente della File, «il sottosegretario Crimi, nel dire una falsità, che non ci sono nuovi contributi a favore dell’editoria, ha anche detto una verità, che è il suo vero obiettivo: i giornali piccoli, quelli editi da cooperative, quindi da editori puri, chiuderanno a breve, grazie al suo odio e alla norma da lui voluta nel 2018. E’ legittimo vantarsi, ma è necessario farlo dicendo le cose come sono».
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