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ROMA. Olimpiade Tokyo'20 Pellielo, non mi alleno per difendere mia madre

Poteva essere la sua ottava Olimpiade, un record, ma la vede sempre più lontana. Il fuoriclasse del tiro a volo Giovanni Pellielo, 50enne vercellese che ha vinto 4 medaglie (3 argenti e un bronzo) in 4 diverse edizioni dei Giochi, ha sempre Tokyo nel mirino "perché rispetto l'opinione di chi dice che si debbano fare quest'anno", ma intanto ha smesso di sparare ai piattelli e quindi di allenarsi. E ora che il Cio ha aperto alla possibilità del rinvio fissando in quattro settimane il termine entro il quale decidere, spiega perche' ha sospeso la sua preparazione. "Non posso farlo, pur avendo l'esenzione per gli atleti d'interesse olimpico che me lo permetterebbe - spiega -, perché vivo con mia madre che ha 82 anni e non posso muovermi e andare in giro per i campi di tiro e poi tornare a casa come se niente fosse. Metterei la sua salute a rischio e proprio non me la sento: prima viene la vita, poi tutto il resto. Quindi l'ultimo giorno che mi sono allenato è stato l'8 marzo, poi più niente. Se non avessi avuto mia madre con me, sarei andato al campo di tiro, non è così e mi sta bene, visto che mi sembra giusto prendermi cura di lei. Così faccio solo pesi, perchè a casa ho la palestra in taverna, e non mi lamento perchè ogni atleta, di qualsiasi disciplina, adesso ha problemi per prepararsi". Un'altra Olimpiade rimane il suo sogno, anche se prima dello stop dell'attività agonistica non si era ancora qualificato: aveva a disposizione la chance degli Europei in Francia, "ma anche lì è tutto chiuso e a maggio chissà se gli Europei li faranno". "L'organizzazione mondiale della Sanità si è espressa chiaramente usando il termine pandemia, mai utilizzato da quando io sono nato - dice ancora il 4 volte campione del mondo -, e penso che con 800 morti al giorno ora in Italia non si possa pensare allo sport. Ma rispetto chi la pensa diversamente da me, perchè davanti a un disastro del genere ognuno ha il proprio modo di vedere le cose, e sull'Olimpiade non sono io che decido". E pensare che, in caso di qualificazione per l'ottava volta, qualcuno aveva fatto il nome di Pellielo come possibile portabandiera nella cerimonia d'apertura: "è sempre meraviglioso portare il nome Italia scritto sulla divisa - dice - ma in questo momento il nostro paese è in lacrime, e le Olimpiadi sono invece il momento della gioia, della fratellanza e della condivisione. La bandiera? Il tricolore sta lacrimando sangue, e noi siamo portatori di messaggi che non devono per forza essere sorrisi. Comunque spero che tutti gli italiani la bandiera possano metterle la bandiera tricolore sui loro balconi, perché vorrà dire che quest'incubo è passato. Il nostro è un grande paese, noi italiani siamo in grado di fare qualsiasi cosa e nelle difficoltà siamo un popolo che ritrova coesione".
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