Trent'anni di carcere per Dimitri Fricano, il giovane di Biella reo confesso dell'omicidio della fidanzata Erika Preti, uccisa il 12 giugno 2017 in una villetta di San Teodoro, in Sardegna, dove la coppia era in vacanza. E' la condanna del tribunale di Nuoro, emessa dal Gup Mauro Pusceddu dopo tre ore di camera di consiglio, che ha accolto la richiesta del Pm Riccardo Belfiori, 30 anni appunto, per il rito alternativo, che prevede lo sconto di pena. Il giovane non era presente in aula, c'erano invece i genitori di Erika, Fabrizio Preti e Tiziana Suman. "Siamo soddisfatti perché è stata riconosciuta la piena responsabilità di Dimitri nel delitto di nostra figlia", hanno commentato subito dopo la lettura della sentenza. Fricano uccise Erika la mattina del 12 giugno 2017, al culmine di un litigio poi finito nel sangue. Il loro rapporto, secondo quanto ricostruito, ormai non funzionava più. Dura la requisitoria del Pm Riccardo Belfiori quando ha sostenuto che il giovane era perfettamente in grado di intendere e di volere nel momento del delitto. Lo hanno dimostrato le perizie, ha ricordato il Pm, commissionate dal giudice e dalla pubblica accusa. Relazioni depositate agli atti e contestate dalla difesa e dai consulenti di parte. I difensori avevano chiesto "una pena contenuta nel minimo per Fricano che al momento del delitto era in stato di scompenso emotivo". Dimitri Fricano - hanno aggiunto i due legali - non ha reagito ai futili motivi della caduta delle briciole di pane ma alla coltellata che gli è stata inferta dalla fidanzata". Secondo l'accusa infatti la coppia avrebbe litigato per futili motivi legati a un rimprovero di Erika per delle briciole di pane che avrebbe fatto cadere per terra e questo era bastato per scatenare la furia omicida del 30enne che ha inferto numerose coltellate alla giovane. Stessa tesi del Pm anche per gli avvocati di parte civile Chiara e Lorenzo Soro, che tutelano i genitori di Erika: "Fricano ha reso una confessione piena davanti al Procuratore di Biella Teresa Angela Camelio, ammettendo di aver ucciso Erika e di aver studiato il depistaggio, dicendo che sarebbe stato un ladro ad uccidere in seguito a una rapina. Circostanza che parzialmente ritratta nella perizia psichiatrica dicendo che non ricorda niente del momento del delitto". L'accusa per Fricano era di omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà, oltre che di simulazione di reato per aver inscenato una rapina mai avvenuta. Soltanto dopo più di un mese e mezzo dal delitto, il giovane era crollato e il 22 luglio aveva confessato l'omicidio davanti al procuratore di Biella. Da allora è recluso nel carcere di Ivrea.
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