Luca Ponzi, caporedattore della Rai Calabria, nel periodo in cui ha lavorato a Torino ha seguito a lungo per il Tg1 e il Tg2 le vicende Fiat. Questo gli ha consentito di instaurare un rapporto speciale con Sergio Marchionne, il manager che ha rivoluzionato l'azienda automobilistica torinese, conferendole anche una nuova immagine a livello internazionale, e morto prematuramente nello scorso mese di luglio. Ponzi ha raccontato l'affascinante storia di Sergio Marchionne in un libro che ha scritto per i tipi della Rubbettino "Sergio Marchionne, la storia del manager che ha salvato la Fiat e conquistato la Chrysler". Nel volume sono riportati diversi aneddoti ed una serie di interviste esclusive che il manager rilasciò a Ponzi durante i 14 anni che trascorse alla guida del Gruppo diventato Fca, dopo la fusione con Chrysler. Ponzi racconta la figura del "personaggio Marchionne" svelando caratteristiche inedite della sua personalità. "Un manager visionario - scrive il giornalista della Rai - al pari dei più grandi, quali Steve Jobs, Bill Gates e Jeff Bezos, capace di affrontare il presente sognando il futuro oppure il duro che non esitava a scontrarsi con i sindacalisti della Fiom e a sbattere la porta e uscire da Confindustria. Marchionne 'il giocatore' che riuscì a salvare la Fiat quando, sono parole sue, era 'tecnicamente fallita', ma anche a giocare d'azzardo (o d'astuzia) con General Motors, passando in una notte di San Valentino da predatore a preda, fino alla conquista, per nessuno immaginabile, di Chrysler. Come per Valletta, il papà della 500, anche Marchionne ha segnato la storia della Fiat e del mondo automobilistico. Ma mentre il primo aveva spinto sulla motorizzazione di massa, facendo di Torino la capitale dell'auto, il manager italo-canadese ha scommesso sulla globalizzazione, convincendo a parlare inglese tutta l'azienda, nel frattempo divenuta FCA". "Un manager duro, esigente - scrive ancora Luca Ponzi - ma anche un uomo capace di slanci emotivi improvvisi". Il libro ripercorre l'arrivo di Marchionne a Torino, che all'epoca era un manager sconosciuto al grande pubblico e "indossava ancora la cravatta". La Fiat, all'epoca, era sull'orlo del baratro, cassetti vuoti, zero progetti, modelli vecchi, clienti sempre meno affezionati. "Marchionne - scrive ancora Luca Ponzi - è riuscito a invertire la tendenza, ha giocato una vitale partita con General Motors, facendosi pagare un miliardo e mezzo di dollari per evitare le clausole di un contratto che obbligava gli americani a prendersi la Fiat in crisi. Ha conquistato la Chrysler grazie a Obama senza tirar fuori un quattrino, ma ha anche ingaggiato un duro braccio di ferro con la Fiom e mettendo in garage lo storico marchio Lancia. Ha venduto il quotidiano 'La Stampa' e spostato la sede legale del gruppo all'estero". Sono tanti i retroscena svelati da Luca Ponzi, non solo quelli legati alle grandi operazioni industriali ma anche ad episodi di vita quotidiana. "Marchionne - scrive ancora Ponzi - é stato un manager che ha lasciato un segno indelebile non solo in Italia e che ha spronato molti giovani a guardare avanti". Nel libro é riportata una frase che Marchionne amava ripetere: "E' leader chi ha coraggio, sfida l'ovvio, segue strade non battute, rompe vecchi schemi e chiude con le abitudini consuete". E lui leader, in questo senso, lo é stato senz'altro
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