Maurizio Martina utilizza il suo primo giorno da segretario del Pd per provare a ricucire con una delle Associazioni che lo hanno abbandonato al momento del referendum del 4 dicembre, cioè l'Arci: una scelta indicativa di come si muoverà in questi mesi precongressuali e di come lavorerà per la definizione della nuova segreteria, che nelle intenzioni deve essere unitaria. Questa volontà si scontra però con le scorie polemiche dell'Assemblea di sabato scorso, con lo scambio di accuse tra Renzi e le altre correnti per le sconfitte al referendum costituzionale e alle elezioni politiche. E con la partita che si è aperta in vista del Congresso e delle primarie. Partita stracarica di tensione. Proprio l'ex segretario, prima su Facebook e poi nella e-news agli iscritti del Pd, ha rivendicato l'operato del suo governo sul tema dell'immigrazione ("salvare le vite umane in mezzo al mare è un punto di onore e dignità") e sul resto delle politiche ("In Italia ora ci sono più diritti e meno tasse, per tutti"), quasi a ribadire che non è addebitabile a lui il doppo Ko del 4 dicembre e del 4 marzo. Al contrario sia Maurizio Martina che Luigi Zanda difendono Paolo Gentiloni dall'attacco sferrato all'Assemblea da Renzi che, nell'intervento in cui si è autoassolto, ha addebitato alla "algida sobrietà" dell'ultimo premier Pd la sconfitta. A fianco di Renzi, seppur con toni misurati, si schiera Matteo Orfini che a sua volta addebita la mancanza approvazione della legge sullo ius soli al governo Gentiloni. Che i nervi siano tesi tra le varie correnti lo dimostra la rissa sfiorata all'Assemblea dei Dem della Sardegna che avrebbe dovuto eleggere il nuovo segretario regionale e dove invece è mancato addirittura il numero legale. Il lavoro di Martina nella definizione della nuova segreteria unitaria non sarà dunque semplice, il che spiega lo slittamento a mercoledì-giovedì, in attesa che gli animi si rasserenino. L'idea comunque è una squadra in cui siedano se non i leader delle varie aree, almeno dei nomi rappresentativi e di peso. Per i renziani, molti dei quali declinano l'invito ad entrare, si fanno i nomi di Teresa Bellanova (vicina anche a Martina), Tommaso Nannicini, Simona Malpezzi e Francesco Nicodemo. Martina come prima uscita da segretario con pieni poteri è andato a Torino, dove ha incontrato il governatore Sergio Chiamparino, ed ha presentato il libro di Gianni Cuperlo. Rilevante è l'interlocutore scelto, la appena riconfermata presidente dell'Arci, Francesca Chiavacci, che durante la campagna per il referendum costituzionale si è schierata per il No, impegnandosi in tutto lo Stivale in molti incontri. Martina ricomincia quindi riallacciando con chi aveva abbandonato i Dem: "Ci sono molte energie pronte a dare una mano - ha detto - e il mio compito e' di aprire porte e finestre del Pd per metterlo al servizio di un lavoro piu' aperto, in cui tanti possono contribuire a costruire l'alternativa". Un "lavoro appassionante, faticoso e necessario" che a ottobre si tradurrà in un Forum a Milano in cui saranno invitate le realtà civiche e associative esterne al Pd. Intanto Dario Franceschini rilancia anche tenendo la porta aperta ai 5 stelle.
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