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01 Dicembre 2015 - 09:46
Polizia
Operazione antiterrorismo della Polizia: gli agenti stanno eseguendo alcuni arresti e diverse perquisizioni nei confronti di cittadini kosovari accusati di apologia di terrorismo e istigazione all'odio razziale. Il blitz, in collaborazione con le autorità kosovare, è scattato contemporaneamente in alcune città italiane e in Kosovo.
L'indagine che ha portato agli arresti di oggi è stata condotta dagli uomini della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, l'Antiterrorismo italiano, e da quelli della Digos di Brescia. Gli investigatori hanno ricostruito contatti e organigramma di una presunta organizzazione terroristica che, anche attraverso l'uso della rete e dei social network, propagandava l'ideologia jihadista. I dettagli dell'operazione verranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle ore 10.30 presso la Procura di Brescia.
Sono quattro i cittadini kosovari arrestati nell'ambito dell'operazione della Polizia nei confronti di una presunta organizzazione che propagandava l'ideologia jihadista. Per la prima volta, nei confronti di una di loro, è scattata la misura della sorveglianza speciale. La richiesta è stata avanzata direttamente dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti.
Quello che è considerato la 'mente' del gruppo, un cittadino kosovaro che ha vissuto diverso tempo in Italia, è stato arrestato in Kosovo dalle autorità di quel paese, mentre gli altri tre sono stati arrestati in Italia, dove vivevano da tempo.
Contestualmente agli arresti, gli investigatori hanno fatto scattare una serie di perquisizioni a Brescia, Vicenza e Perugia.
Avevano pubblicato sul web una serie di foto in cui erano ritratti con le armi in pugno i kosovari arrestati oggi nell'ambito di un'operazione antiterrorismo della Polizia.
Dalle indagini è emerso che i quattro si erano fortemente radicalizzati, ponendosi su posizioni estremistiche e assumendo atteggiamenti tipici dei militanti dell'Isis.
La polizia di Stato ha arrestato altre 14 persone che rientrano nell'operazione "Golden Circus" che aveva portato in carcere altre 36 persone coinvolte in un'organizzazione che utilizzava i circhi per regolarizzare decine di clandestini truffando sui documenti. In questa nuova tranche è finita agli arresti anche una dipendente regionale dell'Ufficio speciale lavoratori extracomunitari dello spettacolo collega di Vito Gambino, il dipendente regionale finito agli arresti nella prima operazione condotta dalla Squadra Mobile di Palermo lo scorso 10 novembre.
La dipendente regionale dell'Assessorato Regionale Siciliano della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro risponde di favoreggiamento per avere dato a Gambino l'utilizzo di una Poste Pay dove fare transitare le mazzette. Nei giorni scorsi durante l'interrogatorio lo stesso Gambino aveva ammesso di avere ricevuto denaro per regolarizzare le posizioni di numerosi clandestini. Gli arresti sono stati compiuti anche nelle province di Trapani, Agrigento, Salerno, Foggia, Lecce, Roma, Pesaro, Milano, Varese e Latina.
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