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OLBIA. Maltempo: ciclone lascia Gallura, ora fango e polemiche

OLBIA. Maltempo: ciclone lascia Gallura, ora fango e polemiche

Gian Luca Galletti

C'è ancora fango da spalare, strade da sistemare e ripulire, case e negozi da asciugare in Gallura e nel Nuorese dopo il passaggio del ciclone Mediterraneo che, in poco più di 48 ore, ha fatto tornare nei sardi l'incubo dell'alluvione del 18 novembre 2013. Molte zone sono ancora allagate e decine di famiglie sfollate.

La tempesta ha lasciato l'isola in mattinata e sono iniziate la conta dei danni e le verifiche sul territorio. Ma la vista della devastazione lasciata dal ciclone ha versato benzina sul fuoco delle polemiche, su ciò che si poteva fare e non è stato fatto, su opere ricostruite dopo l'alluvione di due anni fa e rivelatesi inutili se non dannose, come il 'ponte-tappo' demolito ieri a Olbia e su cui ha messo gli occhi anche la Procura di Tempio. Per non parlare dei fondi stanziati per le calamità che arrivano col contagocce o quando ormai è troppo tardi.

Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, arrivato a Olbia per un sopralluogo nelle zone colpite dall'alluvione insieme al presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e al capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio, incontrando i sindaci ha cercato di rassicurali ribadendo che sono in arrivo oltre 80 milioni di euro, di cui 16 subito disponibili, per mettere in sicurezza il territorio di Olbia. Non solo, ha garantito fermezza anche sul fronte della speculazione. "Mai più condoni edilizi in questo Paese - ha promesso - Abbiamo visto cosa vuol dire costruire male, non possiamo più permetterlo". Una questione che lo stesso governatore aveva fatto emergere già ieri parlando di "una certa cultura della speculazione" da combattere senza se e senza ma.

Contro l'abusivismo edilizio, il ministro ha poi annunciato che nel collegato ambientale c'è un fondo destinato ai Comuni di 12 milioni di euro per l'abbattimento degli immobili abusivi. "In passato si è costruito in maniera scellerata - ha sottolineato Pigliaru - si sono fatti enormi errori per decenni. E con questo dobbiamo fare i conti, ma proprio a fronte di questo ora dobbiamo investire molto per mitigare il rischio e ridurre il pericolo per i nostri territori".

Interventi fatti anche dopo l'alluvione del 2013, come la criticata ricostruzione del ponte di via Vittorio Veneto sul rio Siligheddu, diventato una specie di tappo per il deflusso dell'acqua e che ieri il sindaco, di concerto con la Prefettura, ha deciso di demolire. E mentre la Procura di Tempio Pausania vuol fare chiarezza sull'abbattimento e ha disposto l'acquisizione degli atti, in vista anche di un'eventuale inchiesta sugli ultimi allagamenti e danni a Olbia, i cittadini parlano di disastro annunciato. "Quello accaduto ieri era stato ampiamente previsto. Il ponte non doveva essere ricostruito. Era un tappo nel 2013 e lo è stato anche questa volta - ha detto Antioco Tilocca, presidente del Comitato Isticadeddu, una delle zone più colpite della città - I danni questa volta, però, sono doppiamente amari, perché quanto accaduto era previsto. Si poteva evitare tranquillamente se ci avessero ascoltato".

Domani le scuole a Olbia rimarranno ancora chiuse per facilitare gli interventi di ripristino, mentre negli altri centri colpiti dal ciclone la situazione sta lentamente tornando alla normalità. Ma non c'e' solo la Sardegna ad essere stata interessata dal maltempo. Le piogge battenti e il forte vento hanno riguardato anche le regioni di Nord Ovest e in particolare il Piemonte e la Liguria. A causa della forte pioggia a Bra (Cuneo) una donna è finita fuori strada con la sua auto ed è morta. In montagna, sempre nel cuneese, sono caduti dieci centimetri di neve con la conseguente chiusura dei valichi minori e conseguenti disagi alla circolazione. Prima neve anche al Sestriere, dove il paesaggio è già tipicamente invernale. A Torino la pioggia battente ha impedito che si svolgesse la gara di canottaggio tra Università e Politecnico. A Vercelli il sindaco ha autorizzato l'accensione degli impianti di riscaldamento.

In Liguria, in provincia di Imperia, la pioggia e il vento hanno causato danni a serre e alberi, mentre anche la Toscana è stata battuta dal vento, tanto che sono stati interrotti i collegamenti con l'isola d'Elba.

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