La decima edizione del Tour de Ski è pronta a partire e l’Italia si affida al via a 14 azzurri: otto uomini (Federico Pellegrino, Dietmar Noeckler, Francesco De Fabiani, Roland Clara, Maicol Rastelli, Mattia Pellegrin, Simone Urbani e Giandomenico Salvadori) e sei donne (Ilaria Debertolis, Virginia De Martin Topranin, Gaia Vuerich, Debora Agreiter, Lucia Scardoni e Greta Laurent). Con partenza da Lenzerheide, venerdì 1 gennaio, il Tour si sviluppa in otto tappe in dieci giorni fra la località svizzera, Oberstdorf, Dobbiaco e la Val Fiemme, dove si concluderà domenica 10 gennaio con la mitica scalata del Cermis. Se Pellegrino concentrerà le sue attenzioni soprattutto alla prima e quarta tappa (dove sono in programma due sprint a tecnica libera e a tecnica classica), le ambizioni azzurre di classifica sono riposte in Clara (sesto l'anno passato e vincitore di tappa proprio sul Cermis) e De Fabiani, alla sua terza esperienza. "Ci sono tre tappe che mi piacciono molto - racconta il ventiduenne alpino di Gressoney -. Mi riferisco alla 30 km di Lenzerheide (secondo stage, ndr), alla 15 km di Oberstodrf (quarto stage, ndr) che ha sostituito la skiathlon e alla 15 km in Val di Fiemme (settimo stage, ndr). Sono tutte in tecnica classica e si corrono con partenza a massa, dove è più facile capire la situazione. L'anno scorso vinsi in Coppa del mondo a Lahti, ma ebbi la fortuna di trovare il trenino giusto con Lukas Bauer e non sempre succede così". Quest'anno le mass start potrebbero riservare sorprese: "Saranno molto difficili perché Martin Sundby parte sempre con ritmo sostenuto per fare selezione e resiste chi ha più energie. Se non riesce a fare selezione, entrano in scena altri concorrenti in vista dell'ultimo chilometro". De Fabiani esordì nel tour nel 2014. "Debuttai a Oberhof dove feci fatica a finire nei 100, mi fermai dopo quattro tappe. L'anno sono partito forte ma nel corso del tour mi sono sentito sempre più stanco. E' un torneo molto tosto, otto gare in dieci giorni con poco recupero mettono a dura prova il fisico, perchè anche a livello psicologico e logistico sei continuamente sotto pressione. L'anno scorso tante volte prima di fare la gara ho dovuto pensare a ciò che doveva succedere subito dopo. Il mio logico favorito è Sundby, sarebbe una grande sorpresa se non vincesse lui. Per il podio Cologna ha fatto vedere che è in crescita e si avvicina alle zone di vertice, Northug è quello che ha fatto più podi nel Tour e sarà in lizza per le prime posizioni, è incredibile che non lo abbia ancora vinto, anche se la salita finale del Cermis per lui è troppo pesante. Per quanto mi riguarda spero di entrare nei dieci, sarebbe un grossissimo risultato perché sono otto gare di fila e a 22 anni non è facile tenere alto il ritmo per così tanto tempo. Una bella posizione finale di consentirebbe di fare punti quadruplicati per la classifica generale di coppa e anche per quella under 23".
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