Il progetto di un parco di divertimenti ad Albiano di Ivrea si era già infranto il 25 gennaio 2014 quando il Tribunale fallimentare di Ivrea aveva nominato il commissario Massimiliano Basilio. Ora la questione può dirsi definitivamente chiusa, con buona pace per quanti ci credevano e continuavano a parlarne. La notizia è che la richiesta di concordato presentata da Mediapolis spa è stata giudicata “inammissibile” dai giudici che hanno motivato il rigetto valutando il “troppo” tempo intercorso tra l'annuncio del progetto ed il “profondo rosso” dei conti, circa 20 milioni di passivo. Presto, dunque, potrebbe essere aperta la procedura di fallimento vera e propria.
Usiamo il condizionale non foss’altro che Clear Leisure plc (ex Brainspark plc), la società capogruppo a cui fa riferimento Mediapolis, attraverso il Ceo Alfredo Villa fa sapere che andrà avanti: “Clear Leisure è tranquillissima e nella nostra strategia non cambia nulla. Mediapolis esiste ancora e la trattativa coi creditori andrà avanti. Non solo: continuerà a chiedere alla Regione di convocare la conferenza dei servizi, visto che non ha ancora risposto dall'agosto scorso...”.
Quindi? Quindi Clear Leisure che ha in portafoglio garanzie per 12 milioni e investitori per altri 20 milioni punta il dito sulla Regione Piemonte che in questi anni ha fatto la politica dello struzzo ma non presenterà ricorso contro la decisione del tribunale, semmai un altro concordato. E se la Regione continuasse a tacere? Beh a questo punto la società preannuncia fin d’ora denunce e richieste danni.
Un’operazione enorme pari ad oltre 450 milioni di euro di investimenti e previsioni di 1.600.000 di visitatori all'anno. Su un'area di 148.000 mq (con un lago di 12.000 mq.) ed un'area indoor di circa 25.000 mq attrezzata con tecnologia cinema 4D, simulatori hi-tech, dark rides ed entertainment-retail ad accesso libero con cinema multiplex di 6 sale, sala da ballo, museo del rock, ristoranti a tema ed alcuni studi televisivi. E ancora hotel 4 stelle con 342 camere, galleria commerciale, food-store.
Poi nel 2010 un imprenditore del principato di Andorra, tale Claudio Plinio Gianascio, presenta una petizione per liquidare Brainspark Plc, quotata alla Borsa di Londra. Segue la risposta della società di “un accordo soddisfacente per tutte le parti prima della data dell’udienza”. Più o meno in contemporanea la discesa in campo delle associazioni ambientaliste, contrarie alla cementificazione dell'area (Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Pro Natura Torino, Wwf Piemonte) con il dito puntato su un progetto fallimentare almeno stando al bilancio che nel 2009 chiudeva con una perdita di circa 500 mila euro (da sommarsi ai 4,5 milioni di euro degli esercizi precedenti). Totale dei debiti pari a 10.419.548 euro, un patrimonio di 6.164.500 e un valore dei terreni (acquistati per 5.255.025) di 11.627.024. Infine nell’aprile 2012 la notizia dell’avvio della prima fase di lavori, ma anche in quell’occasione, nulla.
Tornando ad oggi, è certo che nelle prossime settimane si procederà con l'esame dell'istanza di fallimento chiesto dalla banca Leonardo, per un credito verso Mediapolis nell'ordine di 300 mila euro, che saranno tanti, ma probabilmente pochi per un gruppo Clear Leisure Plc, ex Brainspark plc, che vanta tra gli azionisti anche Olivetti Multiservice. Quartiere generale a Londra e decine di ramificazioni societarie. Si parte con ORH che detiene quote in Ora Hotel, Tour Operators, Ora Property Investments; poi SIPIEM a cui fanno capo capo Ondaland e la Terra di Endora; SO SUSHI e il segmento Sushi Restaurants Sosushi. Tra gli investimenti in corso, oltre a Mediapolis Land, anche Bibop/Geosim, Ascend Capital/Classs Finance.
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