Cerca

IVREA. Miti olivettiani in mostra a Roma

IVREA. Miti olivettiani in mostra a Roma

La Olivetti M1

Alla Maker Faire svoltosi a Roma dalla fine di settembre al 5 ottobre ha partecipato quest’anno anche la Fondazione Capellaro con il Museo Tecnologic@mente. L’occasione era particolarmente importante e significativa dal momento che Maker Faire è considerato ormai il più grande evento di innovazione al mondo, una mostra dedicata a “Maker Movement”. I “m akers” sono i grandi innovatori del terzo millennio e a Roma hanno messo in mostra i progetti a cui stanno lavorando. Particolare interesse ha riscosso la sezione “Make in Italy” all’interno della quale erano inseriti progetti e prodotti che mettono in evidenza la storia e l’evoluzione della filosofia dei makers cioè degli “artigiani digitali”. La presenza della Fondazione all’interno di questa importante manifestazione non è affatto casuale: in realtà Natale Capellaro può essere considerato a buon diritto un antesignano dei makers dei giorni nostri; d’altronde nella sezione “Make Italy” si apriva proprio con la Divisumma 24 di Capellaro e con la Programma 101 di Pier Giorgio Perotto. Altro “pezzo forte” dell’esposizione è stata la scheda elettronica Arduino anch’essa tipica invenzione dell’artigianato digitale eporediese ideata agli inizi di questo secolo da Massimo Banzi che per un lungo periodo ha insegnato presso l’Interaction Design Institute, scuola di eccellenza e laboratorio di innovazione che aveva sede nell’edificio che aveva accolto a suo tempo il Centro Ricerche Olivetti. Per alcuni giorni, insomma, alcuni mitici oggetti “olivettiani” (Divisumma e P101) o altri prodotti nati comunque all’interno della cultura industriale dell’azienda eporediese hanno trovato una loro significativa collocazione all’interno di una rassegna di rilevanza internazionale che attira ormai alcune decine di migliaia di visitatori esperti di tutto il mondo. La Fiera è stata visitata anche dal Presidente del consiglio Matteo Renzi che ha avuto parole di elogio nei confronti degli organizzatori e degli “espositori”: “Sono stato in Silicon Valley e ho visto un pezzo di futuro. Ma chi di voi (oltre 90 mila, pare) ha avuto l'occasione di passare da Roma per la www.makerfairerome.eu avrà fatto un'esperienza forse ancora più sorprendente. C'è un'Italia che è in grado di innovare e di stupirci, oggi”. Particolarmente positivo è il bilancio per la Fondazione Capellaro e per il Museo Tecnologic@mente. “Nel corso della nostra presenza alla Fiera – spiega Alice Biancotto, responsabile del Museo - abbiamo avuto modo di parlare con molti visitatori e tanti esperti. Tutti si sono mostrati interessati al nostro progetto scientifico e didattico. Ci auguriamo che la manifestazione prosegua anche in futuro e magari di poterla ospitare almeno in parte anche nella nostra città, dal momento che a breve la mostra diventerà itinerante nelle scuole italiane che vorranno ospitarla”.    

Arduino, una storia nata in un bar

Massimo Banzi fa parte del team Arduino, che nel 2005 ad Ivrea ha inventato una scheda elettronica di piccole dimensioni con un microcontrollore e circuiteria di contorno, utile per creare rapidamente prototipi e per scopi hobbistici e didattici. Il nome della scheda deriva da quello di un bar di Ivrea (che richiama a sua volta il nome di Arduino d'Ivrea, Re d'Italia nel 1002) frequentato da alcuni dei fondatori del progetto. Con Arduino si possono realizzare in maniera relativamente rapida e semplice piccoli dispositivi come controllori di luci, di velocità per motori, sensori di luce, temperatura e umidità e molti altri progetti che utilizzano sensori, attuatori e comunicazione con altri dispositivi. È fornito di un semplice ambiente di sviluppo integrato per la programmazione. Tutto il software a corredo è libero, e gli schemi circuitali sono distribuiti come hardware libero. Luna è convinto che il successo e l’interesse intorno a questa edizione affondino le radici in una consolidata tradizione italiana: la capacità di saper fare. Tra l’altro ha voluto riservare la sezione centrale dell’evento a una mostra, “Make in Italy”, che illustra cinquant’anni di innovazione italiana. Per spiegare che la nostra attitudine alla scoperta non nasce all’improvviso. “Nel 1964 – dice Luna - quattro makers che lavoravano per Olivetti costruirono il primo personal computer della storia. Era una follia visionaria; a quell’epoca c’era un famoso informatico statunitense che sosteneva che al mondo sarebbero stati sufficienti tre computer. Non si comprendeva ancora quanto potessero servire alle persone. Il primo microprocessore della storia, poi, senza il quale ora non avremmo pc né telefonini, lo inventa Federico Faggini. Abbiamo fatto un sacco di cose strepitose e non ce lo siamo mai dette. L’importanza di comunicarlo è quella di capire che cambiare il futuro è nel nostro Dna. Il messaggio che viene da qui è dire ai ragazzi: non vi fate abbindolare con la storia che non avete il futuro. Il futuro ce l’avete, prendetelo.” La mostra “Make in Italy 50 anni di Innovazioni italiane in mostra dal Programma 101 alla prima auto stampata 3D” apre con la Divisumma 24 di Natale Capellaro esposta senza la carrozzeria in modo tale da poter comprendere la complessità dei meccanismi e degli ingranaggi che permettevano di fare le prime operazioni complesse in quegli anni. La Programma 101, messa a disposizione da Tecnologicamente, ha la particolarità di essere collegata ad un Arduino che permette di visualizzare su un moderno pc i calcoli fatti dal primo personal computer al mondo. Proprio per sottolineare il collegamento tra il passato ed il futuro dell'innovazione e degli innovatori, il taglio del nastro della mostra è stato fatto sulla P101 alla presenza dell'astronauta Samanta Cristoforetti, Riccardo Luna, Massimo Banzi e naturalmente di Gastone Garziera e Giovanni De Sandre, due progettisti della P101 che hanno partecipato alla Maker Faire in qualità di ospiti speciali. Questi ultimi si incontrano settimanalmente presso Tecnologicamente di Ivrea che gli ha messo a disposizione un laboratorio di restauro dove far rivivere le Programma 101. Tecnologicamente inoltre stimola il contatto tra questi personaggi e le scuole, i giovani tanto che lo scorso anno un migliaio di studenti sono venuti al museo per conoscerli e seguire le attività didattiche con loro. “Make in Italy” è una mostra studiata per essere itinerante per una anno e serve a lanciare “Programma2015” un contest ricolto agli under 20 per inventare una nuova P101, ovvero un oggetto che cambi il mondo. I migliori 10 progetti verranno effettivamente realizzati nei FabLab e messi in mostra alla Maker Faire del 2015. Al migliore di tutti va una borsa di studio per la Silicon Valley.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori