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20 Settembre 2025 - 18:26
Questa mattina, ai piedi del maestoso Faro della Vittoria, sul colle della Maddalena, la Città di Torino ha celebrato il centenario di questo luogo simbolo della memoria collettiva. Un anniversario che non è solo ricorrenza, ma occasione per rinnovare l’omaggio ai caduti della Prima Guerra Mondiale e per ricordare il lavoro silenzioso e costante degli Alpini, che da decenni si prendono cura del parco e dei suoi viali.
Alla cerimonia erano presenti numerose autorità civili e istituzionali: Rosanna Purchia, assessora alla Cultura della Città di Torino, Barbara De Nardi, assessora agli Affari Generali e Istituzionali del Comune di Vittorio Veneto, Maurizio Marrone, assessore della Regione Piemonte, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, il coordinatore alla Cultura della Circoscrizione 8 Michele Antonio Guggino e l’avvocato Roberto Boselli, in rappresentanza dell’ANA – sezione di Torino. A impreziosire il momento, anche i gruppi storici “Militaria 1848-1945”e “La Patria è Donna”, che hanno reso omaggio vestendo uniformi d’epoca e riportando idealmente il parco indietro di un secolo.
La commemorazione, scandita dalle note solenni della Banda Musicale del Corpo di Polizia Locale, ha visto uno scambio simbolico di riconoscimenti: l’assessora Barbara De Nardi ha consegnato alla Città di Torino un attestato di cittadinanza onoraria di Vittorio Veneto in memoria delle vittime torinesi della Grande Guerra, accompagnato da una pergamena con l’elenco dei caduti. Rosanna Purchia, a sua volta, ha consegnato due pergamene: una al Comune di Vittorio Veneto, per ribadire il legame profondo tra le due comunità, e una all’ANA – sezione Torino, a testimonianza della gratitudine verso gli Alpini, custodi della memoria e della bellezza del Parco della Rimembranza.
La parte conclusiva della mattinata è stata dedicata alla musica, con un momento artistico che ha arricchito l’atmosfera di raccoglimento: si sono esibiti l’APM Brass Quintet di Obiettivo Orchestra e le fisarmoniche del complesso I Mantici del Conservatorio di Torino, nell’ambito della rassegna itinerante MITO per la Città.
Il Parco della Rimembranza non è un semplice spazio verde: è un sacrario all’aperto, nato negli anni Venti per tenere viva la memoria di chi sacrificò la vita al fronte. Inaugurato nel 1925, costituisce la parte alta e più antica del Parco della Maddalena e si sviluppa per circa 12 chilometri di viali e piazzali. Ciascun viale porta il nome di una località teatro di battaglia, in cui combatterono e persero la vita i 4.810 soldati torinesi ricordati da altrettante targhette in metallo.
A dominare l’area è il Faro della Vittoria Alata, commissionato allo scultore Edoardo Rubino per il decennale della vittoria nella Prima Guerra Mondiale. Il monumento, visibile anche da lontano, è diventato nel tempo uno dei simboli cittadini del ricordo e della riconoscenza. All’interno del parco si trova inoltre l’Arboretum Taurinense, un vero gioiello naturalistico che ospita circa cinquemila alberi di oltre quattrocento specie e varietà diverse. Fra i suoi tesori spiccano i monumentali carpini bianchi del viale Piave e l’imponente cedro dell’Himalaya che domina il piazzale Timavo, autentiche sentinelle verdi di una memoria che non vuole svanire.
Negli ultimi anni il parco è stato oggetto di numerosi interventi di manutenzione straordinaria: dal rifacimento del fondo di diversi vialetti al rinnovo degli arredi urbani, con nuove panchine, cestini e tavoli da picnic; dalla posa della nuova segnaletica fino agli interventi più tecnici, come la sistemazione della rete di drenaggio delle acque piovane e il consolidamento dei versanti con metodi di ingegneria naturalistica. L’obiettivo è stato quello di coniugare memoria e fruibilità, garantendo sicurezza ai visitatori senza intaccare la sacralità del luogo.
Il centenario del Parco della Rimembranza, dunque, non è stato solo un rito commemorativo, ma l’occasione per riaffermare un patto di comunità: ricordare i caduti, preservare la memoria, custodire un bene che appartiene a tutta la città e che, da cento anni, racconta a chi lo attraversa il sacrificio, la sofferenza e il coraggio di migliaia di torinesi che non fecero ritorno dal fronte.
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