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17 Marzo 2025 - 00:07
Il Carnevalone di Chivasso è un vibrante spettacolo dove i costumi antichi raccontano storie passate intrecciandosi goliardicamente a quelli moderni, è euforia travolgente dove le note di vecchie musiche popolari si fondono con i tormentoni di Sanremo 2025.
Passeggiando per le vie del centro ci si imbatte in volti coperti da maschere, personaggi bizzarri che camminano al fianco di Gianduia, maschere di Venezia vicino alla Gioconda, al Re di Italia e a Harry Potter. A ricoprire il tutto, una pioggia incessante di coriandoli. Il passato e il presente si intrecciano narrando storie dimenticate e rielaborate, ma sempre vive nell'anima del Carnevale.
Eppure, se ci si ferma un momento a guardare, la storia di questo Carnevale è scritta nel suono che riecheggia da secoli. È il Campanile, che torreggia maestoso su via Torino, a raccontarci la tradizione: le origini di questa festa affondano nel Quattrocento, quando un gruppo di “buontemponi” formò la "Società degli Stolti" e, per scherzo e satira, eleggeva l'Abbà, una figura che istituiva tasse bizzarre e balzelli curiosi. Ma fu un cambio di costume e la scelta di San Sebastiano come patrono a dare una svolta a questa figura, che fino al 1878 conserverà privilegi e funzioni, per poi svanire nel corso degli anni.
Nel 1905 nacque il personaggio femminile del Carnevale: la Bela Tolera, un'innocente fanciulla che incarnava lo spirito di Chivasso, vivace centro commerciale. Il suo nome affonda nelle leggende legate proprio al Campanile che nei tempi antichi era rivestito di latta.
Maschere da Venezia a Chivasso
Ma c’è di più e raccontarcelo di ha pensato Davide Chiolerio, presidente della Pro Loco Chivasso “L’Agricola” organizzatore del Carnevalone storico:
“Il Carnevalone nasce nel 1951 grazie a un imprevisto – afferma Chiolerio - quell’anno le condizioni meteo impedivano di svolgere la consueta sfilata. Gli organizzatori, così, decisero di posticiparla alla domenica successiva, estendendo l’invito a tutti i carri non solo del Chivassese, ma anche di tutta la provincia di Vercelli, Torino, del Pinerolese e oltre. Fu in questo modo che nacque il Carnevalone, che da allora ha accolto i carri provenienti dai territori limitrofi e quelli che oggi partecipano alla grande festa”.
Il Presidente della Pro Loco inoltre si dice soddisfatto della bellissima riuscita dell’edizione 2025, così come il sindaco di Chivasso, Claudio Castello, che ha commentato con entusiasmo l'edizione di quest'anno:
“Una giornata splendida – afferma - il tempo ci ha graziato e siamo riusciti a celebrare il Carnevalone in occasione dei 120 anni dell'incoronazione della prima Bela Tolera. Nel 1905, Augusta Raimondi veniva incoronata regina del mercato e della tola, e oggi abbiamo l’onore di vedere Isabella Caruso, che, nel 120° anniversario, con la sua presenza e personalità sta regalando a tutti noi una giornata di bellezza, spensieratezza e divertimento”.
Dietro l’organizzazione del Carnevalone c’è un grande impegno da parte di enti, associazioni e volontari, tutti uniti per rendere possibile questa festa e la risposta del pubblico, come ogni anno, è stata straordinaria e travolgente:
“Il pubblico ha risposto con grande entusiasmo – prosegue il sindaco - c’è una grande affluenza e tanti carri, tutti meravigliosi. Siamo onorati della presenza di numerose maschere importanti, non solo del Piemonte, ma anche da altre regioni, e della partecipazione del carro di Castelrosso, la nostra frazione, con la Contessa, il Conte, gli alfieri e le dame. Questo Carnevalone avvolge la città con la sua bellezza e la sua unicità, rendendo questo evento un momento speciale per Chivasso.”
Già, perché l’edizione 2025 ha visto tanta partecipazione, un fiume di visitatori che ha invaso le strade della città, ognuno con una storia da raccontare, ognuno con un volto nascosto dietro ad una maschera.
C’erano gli affezionati di sempre, quelli che non hanno mai saltato una sfilata, come i chivassesi che considerano questa festa una tradizione intoccabile. Poi ci sono i canavesani dei comuni limitrofi, come i partecipanti del carro dei “Fora D'Testa” di San Benigno Canavese, che dichiarano orgogliosi: “Veniamo ogni anno, sempre, è meraviglioso il carnevale di Chivasso”.
E non manca il carro “Non smettere di sognare” di Leini, portato avanti dal gruppo Giovani frazione Tedeschi, che festeggia quest’anno i suoi 30 anni di attività, sempre fedele a Chivasso e al suo Carnevalone.
Ovviamente, a non passare inosservato, è il carro che porta con sé le figure storiche di Abbà e Bela Tolera, simbolo della città di Chivasso, in collaborazione con la Pro Loco "l’Agricola". La città, inoltre, è accompagnata dalle note di due Società Filarmoniche fra cui la Giuseppe Verdi, che da 40 anni instancabilmente suona durante la sfilata.
Il maestro Alessio Novo, entusiasta, sottolinea: “Partecipiamo ogni anno, per noi è un onore, il Carnevalone di Chivasso è una festa che sentiamo profondamente. Quest’anno abbiamo anche arricchito il nostro repertorio con brani moderni, accanto alle marce tradizionali.” A far da contorno alla parata anche la vivacità della Street Band di Valperga.
Ma tra la folla ci sono anche le maschere veneziane, con storie che raccontano di un legame speciale con questa festa. “Il mio costume è un barocco veneziano del 1700,” racconta una maschera, mentre un’altra aggiunge: “Abbiamo sfilato a Venezia, ma Chivasso per noi è casa, è gioia, è vita”.
"Gandalf argentino"
E poi, ci sono quelli che vengono da lontano, come una famiglia arrivata dall’Argentina: “È eccellente - racconta il papà, vestito da Gandalf - siamo originari dell'Argentina e non potevamo mancare”.
E c’è chi arriva da Vercelli, portando con sé una storia emozionante. “È sempre un bel carnevale quello di Chivasso, ne vale sempre la pena", dice una "Bela Majin" con il suo marito, il “Bicciolano”, entrambi in costume, protagonisti di una leggenda vercellese che fonda le radici nella storia del Carnevale di Vercelli.
“Lui – dice, indicando il marito – era un paramilitare del 1700, impegnato contro l'invasione austriaca, e morì a Magenta, con il petto trafitto da una baionetta. Il mio vestito rosso rappresenta il fiore che è nato sul suo cuore, come segno di un amore che non si spezza".
Il Carnevalone di Chivasso è un luogo dove storie di tradizioni lontane si intrecciano con la gioia del presente, dove ogni maschera, ogni carro, ogni risata porta con sé un frammento di storia.
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