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Ravenna e Willie Peyote, show da applausi a Casa Tennis

Musica, comicità e aneddoti sul tennis: il comico milanese e il rapper torinese conquistano piazza Castello con un dialogo brillante tra ironia, scaramanzie e riflessioni sulla scena artistica

Il comico milanese Luca Ravenna e il rapper torinese Willie Peyote si ritrovano ancora una volta fianco a fianco, questa volta sul palco di Casa Tennis, il talk itinerante che anima il cuore di Torino in occasione delle ATP Finals 2025. Dopo il successo condiviso al Festival di Sanremo, quando avevano portato sul palco dell’Ariston un mix irresistibile di musica e ironia, i due tornano a conquistare il pubblico sotto la grande cupola geodetica di piazza Castello.

L’incontro scorre come un match di tennis giocato a colpi di parole: rimbalzi di idee, scambi rapidi, battute che sorprendono e riflessioni che affondano con precisione. Un dialogo leggero e intelligente, che alterna sorriso e introspezione.

Ravenna entra subito in partita, scherzando sulla sua passione per il touchtennis, la versione ridotta e veloce del tennis nata in Inghilterra nel 2003. “Mi definisco un tennista con un dritto magico e un rovescio bello, ma comunque scarso”, confessa divertito. Poi aggiunge: “Ho passato un’estate intera a giocare con mio fratello: è diventato quasi un rito familiare”.

Willie Peyote e Luca Ravenna a Casa Tennis

Più distaccato ma altrettanto incuriosito, Willie Peyote ammette di non aver mai praticato seriamente il tennis: “Mio padre giocava, io no. Lo trovo complicato, ma mi affascina perché è uno sport che si gioca da soli, dove la parte mentale conta tantissimo. Mi piace l’idea di dover leggere l’avversario, anche psicologicamente”.

Nel botta e risposta emerge una sorprendente affinità tra le loro professioni e lo sport. Ravenna spiega che la comicità funziona come una strategia di gioco: serve precisione, allenamento e una piccola dose di finzione. “A volte devi far credere che la battuta andrà da una parte, e invece la sposti all’ultimo momento, proprio come un tennista con un colpo inaspettato”. Willie Peyote, invece, vede nel lavoro di squadra il punto di contatto: “Un artista, come un atleta, ha bisogno di un entourage di cui fidarsi. Prima di un concerto, sapere che dietro le quinte c’è chi ti sostiene è fondamentale, proprio come nello sport professionistico”.

E poi arrivano le scaramanzie, immancabili nel mondo dello spettacolo come in quello dello sport. Ravenna svela il suo rituale pre-show: “Allaccio sempre le scarpe seduto sulla stessa sedia, bevo Coca Cola e mangio noccioline e carote. È il mio modo per entrare nel mood”. Willie sorride e ribatte: “Io invece mi concedo solo un gin tonic. E se potessi, lo offrirei anche ad Alcaraz: lo porterei ai Murazzi, così capirebbe cosa significano davvero per noi torinesi!”.

Non mancano i momenti di maggiore profondità. Ravenna racconta la sua ammirazione per Roger Federer, simbolo di eleganza tecnica e dedizione totale allo sport. Willie Peyote, invece, cita come suo modello il difensore del Torino Kamil Glik: “Mi piace la sua cattiveria agonistica. È quella fame che sentivo anche io quando giocavo a calcio in difesa. Non devi mollare mai”.

Un’ora vola via così, tra risate, confessioni e piccoli lampi di filosofia dello sport e dello spettacolo. Il pubblico rimane coinvolto dall’inizio alla fine, quasi dispiaciuto quando il dialogo si interrompe.

Ravenna tornerà a Torino nel febbraio 2026 con “Flamingo”, il suo nuovo spettacolo, ottava produzione dal vivo che toccherà i più importanti teatri italiani. Willie Peyote, intanto, celebra i dieci anni di “Educazione Sabauda” con una ristampa speciale e una serie di incontri nella sua città.

Alla fine, resta la sensazione di aver assistito a un incontro riuscito tra due mondi diversi ma perfettamente complementari: la risata e la musica. Sullo sfondo, il tennis con la sua elegante combinazione di tecnica, strategia e forza mentale, specchio ideale di ciò che accade ogni volta che si sale su un palco.

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