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12 Novembre 2024 - 14:34
Per la seconda volta in pochi mesi, quasi duecento avvocati torinesi hanno sfilato in corteo per denunciare la grave crisi che sta travolgendo l’Ufficio del Giudice di Pace, costretto a fissare udienze addirittura al 2028. Il Comitato spontaneo degli Avvocati di Torino ha chiamato a raccolta i colleghi e la cittadinanza per una protesta davanti al Palazzo di Giustizia di Torino, con lo slogan che campeggia sul manifesto: “Questa è giustizia?”.
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Le condizioni dell’ufficio, spiegano gli avvocati, sono ormai insostenibili. Con una scopertura d’organico del 94%, l’Ufficio del Giudice di Pace è praticamente vuoto, senza magistrati a sufficienza per affrontare il carico di lavoro, e la situazione si è ulteriormente aggravata dopo l’introduzione della Riforma Cartabia. Questa riforma ha infatti raddoppiato le competenze per valore e materia, delegando al Giudice di Pace la gestione di un numero crescente di cause civili, con valore aumentato fino a 10.000 euro per le controversie su beni mobili e fino a 25.000 euro per i danni derivanti dalla circolazione stradale.
Claudio Strata, segretario del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, ha sottolineato l’assurdità della situazione citando un caso emblematico: “Un'udienza di opposizione a un decreto ingiuntivo depositato nel 2023 è stata fissata al 2028”. Una situazione che, spiegano i manifestanti, è stata più volte segnalata dai vertici del tribunale e della Corte d’Appello, ma senza nessun intervento concreto da parte delle istituzioni.
Tra i punti critici evidenziati dagli avvocati ci sono:
Un altro partecipante ha espresso il sentimento condiviso dai manifestanti: “E quando le istituzioni non vogliono risolvere i problemi, dobbiamo scendere in piazza, perché è nostro dovere difendere diritti che appartengono a tutti i cittadini”. Non erano solo gli avvocati a manifestare: anche alcuni carrozzieri hanno preso parte alla protesta, lamentando i gravi danni economici dovuti alla lentezza dei processi civili e alla mancata risoluzione delle controversie.
La protesta di oggi, oltre a lanciare un appello per la difesa dei diritti dei cittadini, è un grido d'allarme sulla denegata giustizia che si sta vivendo in Piemonte e in tutto il Paese. I manifestanti chiedono che il Ministero della Giustizia e le istituzioni locali prendano finalmente atto della situazione, stanziando fondi e risorse per risolvere la crisi che paralizza uno dei principali pilastri della giustizia civile italiana.

La locandina della manifestazione
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