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26 Ottobre 2024 - 14:31
Lorenzo Barone non è un semplice viaggiatore. Nato a Orvieto nel 1997, con poco più di vent’anni si è imposto come uno degli avventurieri italiani più seguiti e apprezzati sui social, grazie alla sua scelta radicale: percorrere migliaia di chilometri in sella a una bicicletta, esplorando luoghi remoti e a volte ostili. Con il supporto minimo di mezzi economici e una preparazione meticolosa, Lorenzo ha attraversato deserti, montagne e ghiacciai, accumulando oltre 100.000 km. Il25 ottobre alle 21:00, nella sede della Croce Rossa Italiana di Chivasso, ha deciso di condividere alcune delle sue esperienze più intense, quelle che hanno cambiato la sua visione del mondo e, in parte, anche di se stesso. Un viaggio, come lui stesso afferma, nato come una fuga e divenuto una scoperta.
Lo salutiamo mentre la sala gremita accoglie il suo sorriso e il suo sguardo attento, quasi un riflesso di quel mondo che ha osservato senza filtri durante i suoi lunghi percorsi. Lorenzo ringrazia e si prepara a raccontare l’origine della sua avventura, che oggi appare titanica, ma che è nata con una semplicità disarmante.
"Sono partito quasi come uno sfogo," esordisce Lorenzo. "Avevo una voglia irrefrenabile di uscire dalla routine, di evadere. Volevo sentirmi libero, così sono salito sulla bicicletta e ho cominciato a pedalare, senza un programma preciso. Poi quel bisogno di fuga si è trasformato in passione: più scoprivo nuove culture e realtà diverse, più cambiava la mia visione del mondo. È stata una rivelazione."
Quello che era nato come un bisogno di staccare dalla quotidianità è rapidamente diventato una missione personale. La bicicletta, che all’inizio era solo un mezzo, si è trasformata per Lorenzo in una compagna di viaggio e in una sorta di “casa mobile” attraverso cui avvicinarsi a comunità spesso dimenticate e immergersi nella natura selvaggia.
Lorenzo Barone alla CRI di Chivasso
Tra le innumerevoli mete raggiunte, c’è un luogo che Lorenzo ricorda con particolare emozione: la Yakutia, una regione remota dell’estremo oriente russo. La Yakutia non è solo famosa per la sua bellezza primordiale, ma anche per il clima rigido che la rende una delle zone più inospitali al mondo. Lorenzo ha trascorso lì oltre un anno e mezzo, costretto a fermarsi a causa della pandemia, ed è in questa terra gelida che ha trovato non solo rifugio, ma anche amore.
"La Yakutia è un posto speciale per me. Ho passato lì un anno e mezzo, e durante questo periodo ho conosciuto una ragazza con cui poi mi sono sposato. Quella regione ha letteralmente catturato una parte di me."
Ascoltiamo in silenzio, affascinati dall’idea di un luogo tanto estremo e selvaggio, dove le temperature possono scendere fino a -60°C e la vita è una continua sfida contro gli elementi. "In quei luoghi si impara a vivere di poco e a rispettare la natura. Ogni piccolo gesto può fare la differenza tra la sopravvivenza e il rischio, e questo cambia radicalmente il modo di guardare la vita."
Incredibile affluenza per l'incontro con l'avventuriero
Come ti prepari per affrontare condizioni così estreme? Lorenzo, che di preparazione e organizzazione ne sa molto, spiega come ogni viaggio richieda mesi di pianificazione. "Ho una lista di equipaggiamento sul telefono, dove inserisco tutti i materiali e capi d’abbigliamento necessari per qualsiasi condizione climatica."
Ma non si limita a questo: spesso modifica l’equipaggiamento per adattarlo al contesto specifico, sperimentando soluzioni che possano renderlo più leggero o più resistente.
"Durante i miei viaggi ho incontrato tutti i climi possibili. Prepararsi significa anticipare le situazioni più dure e ridurre al minimo l’imprevisto. Certo, c’è sempre qualcosa che non va secondo i piani, ma se sei ben attrezzato puoi cavartela."
Ogni oggetto ha un significato e un’utilità, e Lorenzo deve fare delle scelte che per molti di noi sarebbero impensabili. La sua “valigia” è un mix di tecnologia, praticità e adattabilità: un equipaggiamento che viene costantemente testato e perfezionato per resistere alle condizioni estreme e per garantire la massima autonomia possibile.
L'incontro con Lorenzo Barone
Gli chiediamo del suo rapporto con la sua famiglia e sulla loro reazione alla scelta di vita, Lorenzo ride e risponde: "Non l’hanno presa benissimo all’inizio. Avevo appena compiuto diciotto anni e volevo partire per il mondo. Mi avevano sempre detto che fino a quell’età dovevo seguire le loro regole, ma che poi avrei potuto scegliere liberamente. E così, quando è arrivato il momento, ho ricordato loro le promesse fatte. Non potevano più rimangiarsi la parola."
Quel primo viaggio segnò un punto di non ritorno: con la sua bici e pochi risparmi, Lorenzo intraprese un percorso che non sarebbe mai finito, continuando a scoprire nuove realtà e mettendosi costantemente alla prova.
"I miei genitori ora hanno accettato la mia vita, anche se non è stato facile per loro capire il mio bisogno di esplorare. È un percorso che mi ha reso più forte e indipendente."
Prima di salutarlo, una domanda sorge spontanea: “Hai in mente un nuovo viaggio?” Lorenzo sorride, lasciando trasparire un certo riserbo. "Sì, ho un progetto a cui tengo molto, ma è costoso e al momento sto cercando il supporto di alcune aziende. Finora mi sono sempre finanziato da solo, ma questa nuova avventura richiede un budget che non riesco a coprire da solo."
Non svela troppi dettagli, ma è chiaro che le sue ambizioni non si sono affievolite. "Il mio sogno è continuare a esplorare e condividere con gli altri le meraviglie e le sfide che il mondo ha da offrire."
La sala è gremita, tutti i presenti non desiderano altro che ascoltare Lorenzo e le sue storie. Ci sono persone di tutte le età, molti sono giovanissimi. E chissà, se ascoltando Lorenzo, in qualcuno di loro non si sia svegliato il desiderio di avventura e l’urgenza di esplorare. Non solo paesi lontani, ma anche le proprie passioni, quelle che ci portano a uscire dalla routine e a vedere il mondo con occhi nuovi. Lorenzo Barone, con la sua bicicletta e il suo spirito indomito, ci ha ricordato che l'avventura non è solo un viaggio nello spazio, ma anche e soprattutto un viaggio interiore.
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