I vigili urbani gli avrebbero dato del “ricchione” nella maniera più spregiativa possibile. Lui lo ha raccontato su Instagram e la sua “storia” sta letteralmente collezionando centinaia di “followers”. E’ il racconto di un ragazzo, Alessio Cusumano, 34 anni, titolare di un negozio di videogame, fermato, al civico 90 di corso Romania, da due vigili urbani mentre viaggiava in monopattino. Multato per aver percorso qualche metro di pista “pedonale” e per essere stato “beccato” con gli auricolari (leggiamo nel verbale) “su entrambe le orecchie”. Dopo la pausa pranzo stava tornando al lavoro con il monopattino. Sopraggiunto sulla ciclabile del Parco Dora, è salito sul marciapiede perché “la strada è distrutta, versa in condizioni pietose e ho già rischiato di farmi ammazzare due volte, ci sono caduto ad agosto e mi sono rifatto la faccia nuova”, racconta nel video. E son le stesse spiegazioni che ha dato ai due agenti. “Ho spiegato loro che quel tratto di strada per forza non si può evitare. Dico anche che non faccio mai la strada perché in condizioni pietose e uno dei due poliziotti mi dice che sono “uno sfigato””. A quel punto, “incasso, ma gli dico che secondo me non era il caso”. I due civich iniziano a scrivere i verbali e poiché sul marciapiede continuavano a passare altri ciclisti “alla quarta persona mi frappongo tra lei e la bici e gli dico: a me stanno facendo un verbale perché ero su un marciapiede con monopattino e non ci potevo andare, e adesso cosa dobbiamo fare? Uo dei due agenti, mi guarda e dice “queste scene da ricchione non vanno bene. E io gli ho risposto “ricchione sarai tu””. Morale? Oltre alle due multe da 165 e da 41 euro, che di questi tempi sono una batosta non da poco conto si è aggiunta una denuncia per “aggressione a pubblico ufficiale”. Cusumano si è attaccato al telefono con un amico avvocato. “Chi può dire il contrario. Non ci sono testimoni… La tua parola contro la nostra….” lo avrebbero pure preso in giro i due vigili urbani, facendogli il verso mentre parlava al telefono (“Gnegnè, gnegnè….”). Ad un certo punto Alessio sbotta: “Ma vi sembra il caso di comportarvi così? Potrei essere vostro figlio….”. E loro per tutta risposta: “Per fortuna non abbiamo un figlio come te…”. Ed è in quel momento che Alessio s’è sentito mancare la terra sotto i piedi. “Non sono solito fare queste cose qua, ma forse ne vale la pena e può aiutare diverse persone – commenta su Instagram Alessio – “La tua parola contro la nostra”. Questa frase mi ha letteralmente ucciso. Mi ha shoccato più questo che farmi dare del ricchione… Mi sono preso la mia prima denuncia a 34 anni per aggressione a pubblico ufficiale perché mi sono permesso di dirgli che ricchione e sfigato sarà lui e anche per interruzione di pubblico servizio perché ho fermato una bicicletta. Sono stato denunciato anche per violenza…” E adesso? “Dovrò difendermi in un’aula di tribunale e rimetterci dei soldi – conclude Alessio – E dire che in tutta la mia vita la cagata più grossa che ho fatto, forse, è qualche bevuta a 20 anni…”. Inutile aggiungere che ai civich, più che la repressione, toccherebbe un ruolo di prevenzione e che in questo caso sarebbe bastato un ammonimento. Ma quel che fa rabbia è tutto il resto che, ahìnoi, potrebbe non essere mai appurato. Fosse tutto vero però, significherebbe che non basterebbero mille leggi ZAN per trasformare l’Italia in un paese veramente civile. Alessio ha chiesto ai suoi followers di condividere il video “perché bisogna denunciare, non si può andare avanti così non è vita”. Ha anche taggato la sindaca Chiara Appendino e il governatore Alberto Cirio. Centinaia i messaggi di solidarietà arrivati in queste ore: “Questa notte non sono riuscito a dormire sono davvero sconvolto”.
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