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CORONAVIRUS. Pazienti oncologici, farmaci fuori dagli ospedali

Garantire quando fattibile la somministrazione dei farmaci oncologi al di fuori degli ospedali e usare il più possibile le modalità telematiche: queste le principali richieste che i malati oncologici rivolgono alla sanità piemontese, contenute in una lettera inviata all'assessore Luigi Icardi dal segretario regionale di Cittadinanzattiva, Alessio Terzi, anche in rappresentanza delle associazioni Periplo e Fondazione per la medicina personalizzata. Fra le richieste, "allestire quanto prima negli spazi esterni disponibili negli ospedali strutture mobili dove svolgere il triage, e garantire il passaggio a vie di somministrazione più facilmente gestibili rispetto a quelle infusionali per i farmaci che presentano entrambe le vie e a parità di indicazioni terapeutica". Ancora, "favorire per le terapie orali tutte le partnership pubblico privato volte ad agevolare le modalità di consegna a domicilio in alternativa a quelle ambulatoriali e di day hospital, prevedere per le terapie farmacologiche normalmente distribuite attraverso le farmacie ospedaliere il ritiro da parte di personale preparato e appositamente delegato per la consegna al paziente". Oltre a "posticipare, per i pazienti in follow-up oncologico la visita di controllo a data ritenuta idonea rispetto all'emergenza", e "adottare il più possibile per i controlli e i consulti modalità di comunicazione telefoniche o digitali".
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