Si fa di nuovo incerto il futuro della Pernigotti. A tre giorni dalla scadenza prevista per la firma dei contratti che avrebbero dovuto rilanciare la produzione dello stabilimento di Novi Ligure (Alessandria), questa sera la proprietà turca della storica azienda dolciaria italiana ha comunicato alla cooperativa torinese Spes il recesso dal contratto preliminare per la cessione del comparto cioccolato-torrone. Una "doccia fredda", come la definisce la stessa cooperativa, a poche ore dalla rottura delle trattative tra il Gruppo Toksos e Giordano Emendatori per la cessione a quest'ultimo del comparto gelati. Scricchiolano dunque i due pilastri su cui si basava il piano di salvataggio della fabbrica, annunciato a inizio agosto dall'allora ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. "Avevamo capito, pur non ricevendo nessuna informazione ufficiale, che l'accordo tra Emendatori e Pernigotti fosse gravemente compromesso - afferma il presidente di Spes, Antonio Di Donna - ma speravamo che si trovasse una soluzione e che comunque l'accordo tra Pernigotti e Spes, non avendo evidenziato criticità, si potesse chiudere nel rispetto degli impegni sottoscritti". Questa sera, invece, dopo che per settimane gli advisor e i legali di entrambe le società hanno lavorato per arrivare alla stesura definitiva del contratto, è arrivata la comunicazione del recesso, che rimette in forse il futuro dello stabilimento di Novi Ligure e dei suoi lavoratori, circa 150. "Sono profondamente deluso e dispiaciuto, il progetto di Spes avrebbe potuto rilanciare il sito produttivo - afferma ancora Di Donna -. L'assunzione di tutto il personale e la valorizzazione del territorio novese erano alla base di quanto ho avuto modo di rappresentare ai lavoratori la scorsa settimana. Ora ho il rammarico che tutto resti solo un'illusione per le persone che ho incontrato". La cooperativa sarà comunque presente alla riunione del Mise, il 2 ottobre a Roma, "per rispetto dei lavoratori e delle istituzioni". "In tale occasione ci aspettiamo di capire le reali ragioni che hanno portato Pernigotti a chiudere la trattativa anche con noi", dice Di Donna, che resta convinto della validità di un progetto "il cui valore sociale - fa notare - mette al centro l'interesse di una comunità più che dei singoli e che rappresenta una vera opportunità per il rilancio del sito Pernigotti di Novi Ligure. L'impresa sociale Spes non si è tirata indietro e se ci saranno i presupposti è disponibile a riaprire la trattativa - conclude - purché si definisca un percorso seriamente volto alla reindustrializzazione con impegni e tempi certi a tutela di tutti i soggetti coinvolti".
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