Sono stati traditi dalle riprese delle telecamere della collina torinese, dalle celle telefoniche e da un'impronta lasciata sull'auto della vittima. Antonio Serra e Nicola Termine, 47 e 51 anni, originari della Puglia ma residenti a Torino, sono stati fermati dai carabinieri con l'accusa di aver ammazzato Umberto Prinzi. L'uomo, 47 anni, era stato trovato morto lo scorso 14 dicembre a Moncalieri, in strada Santa Brigida, ucciso con due colpi di pisola alla nuca. Tornato in libertà da quasi due anni, dopo averne trascorsi 22 in carcere per l'omicidio della fidanzata transessuale Valentina nel '95, si era messo a vendere auto online e Rolex e sarebbe stato ucciso proprio per il rancore per un affare sfumato di orologi di lusso, trovati dagli investigatori durante la perquisizione a casa di Serra, nel quartiere San Salvario. Termine era senza fissa dimora: prima viveva in un appartamento del 'socio', nell'ultimo periodo, invece, si spostava da un dormitorio all'altro. "La sinergia tra l'Arma e la Procura ha permesso di fermare i due presunti colpevoli - spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, colonnello Francesco Rizzo - E sono in corso ulteriori accertamenti per ricostruire l'intera vicenda". Dalle prime indagini, coordinate dal pm Laura Longo, è emerso che Prinzi è stato ammazzato il 13 dicembre 2018 nella sua auto, una Lancia Delta, poi ritrovata a Torino, in corso Unità d'Italia, nel parcheggio dell'ospedale Cto, usando una pistola col silenziatore. Poi, stando a quanto ricostruito dagli investigatori grazie alle telecamere di sorveglianza, avrebbero percorso la via che collega Cavoretto a Moncalieri e avrebbero abbandonato il corpo in strada Santa Brigida. La pistola è stata cercata oggi nel fiume Po, ma non è stata ancora trovata. Serra e Termine, difesi dagli avvocati Enrico Moschini e Romano Console, nei prossimi giorni verranno sentiti dai magistrati. Entrambi pregiudicati, nel 2012 Serra era stato arrestato per aver rapinato una banca di Druento, nel Torinese, indossando la maschera della nota sit-com 'I soliti idioti'. Ma la sua carriera criminale è iniziata molto prima e supera i confini italiani. Nel '93, con il fratello Giuseppe, subito dopo una rapina in Austria, era stato coinvolto in un conflitto a fuoco con la polizia. Il fratello aveva perso la vita. "Quei due non mi piacevano - ha raccontato la compagna di Prinzi agli investigatori - Gli avevo detto di non frequentarli. Li aveva conosciuti in carcere". I familiari di Prinzi gli consigliavano di cambiare vita, di stare lontano dai balordi, ma lui non li aveva ascoltata. "Era fatto così - dice Rosa, la zia - In fondo se l'è cercata".
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