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TORINO. Bimbo conteso in Croazia: appello padre, non lasciatemi solo

TORINO. Bimbo conteso in Croazia: appello padre, non lasciatemi solo
"Non sono io che sono scappato, non sono io che ho rapito nostro figlio. Sono solo un padre che, come stabilito dalle sentenze, vuole riabbracciare il suo bambino". Parla così Alessandro Avenati, l'imprenditore torinese che da anni lotta per riportare in Italia il figlio Cesare, avuto dall'ex compagna Nina Kuluz, a processo a Torino per sottrazione di minore. Nei giorni scorsi è saltato il rientro in Italia del bambino, come previsto anche da una sentenza del tribunale di Spalato. Per anni l'uomo non ha avuto notizie del figlio. "Ora che l'ho ritrovato, e che la giustizia dice che deve vivere in Italia, chiedo solo di poter fare da padre a quel figlio che all'improvviso, sei anni fa, mi è stato portato via", aggiunge l'uomo, che vive a Moncalieri. "Avevo già programmato le vacanze con lui e l'avevo anche iscritto a scuola per settembre - racconta -. Rivolgo quindi un appello allo Stato italiano, al governo e in particolare al ministro degli Esteri, Angelino Alfano - sono le parole di Avenati -: non lasciatemi solo proprio adesso...".
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