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18 Maggio 2017 - 15:51
tribunale
Rapinata e violentata sotto casa, mentre rientrava dal lavoro, non avrà nessun risarcimento da parte dello Stato perché non ha dimostrato che il suo violentatore era indigente. Il tribunale di Torino ha infatti respinto il ricorso dei legali della donna, Stefano Commodo e Gaetano Catalano, negandole la possibilità di rivalersi sullo Stato per la violenza subita come previsto dalla direttiva europea che impone agli Stati membri di garantire un adeguato ristoro alle vittime di reati violenti. Per i giudici subalpini, la donna non avrebbe dimostrato che il colpevole non era in grado di pagare di tasca propria.
La vicenda - riportata sulle pagine locali del quotidiano La Stampa - ruota attorno alla direttiva Ce per la quale, nell'ottobre scorso, l'Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia europea perché inadempiente nella sua applicazione. La norma prevede che le vittime di reati violenti debbano essere risarcite dallo Stato perché in molti casi non possono ottenere risarcimento dall'autore del reato, spesso non identificato o non abbiente. E' il caso, appunto, di Roberta, stuprata nel 2011 da un uomo condannato a 8 anni e due mesi di carcere.
Una decisione, quella dei giudici di Torino, opposta rispetto ad un'altra recente della Corte d'Appello civile di Milano, che ha invece condannato lo Stato a risarcire due donne, madre e figlia, vittime di rapina e stupro.
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