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TORINO. Migranti: Nosiglia, "cristiani ed ebrei uniti per accoglienza"

TORINO. Migranti: Nosiglia, "cristiani ed ebrei uniti per accoglienza"

Cesare Nosiglia

Le migrazioni "sono un fatto che ci interpella e a cui dobbiamo scegliere di dare delle risposte.

Dobbiamo seguire la via dell'inclusione, riconoscendo sia nell'altro - nello straniero - sia in noi stessi risorse concrete che rendono possibile la vita insieme se le attiviamo in modo creativo e fiducioso". Lo ha detto l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nel saluto alla Sinagoga in occasione della visita alla comunità ebraica del capoluogo piemontese per la Giornata di dialogo ebraico-cristiana.

"Noi credenti nell'unico Signore di Abramo, di Isacco e di Giacobbe - ha proseguito mons. Nosiglia - siamo chiamati insieme a sviluppare relazioni di accoglienza, di riconciliazione, di promozione della pace, di lotta contro ogni forma di violenza, per moltiplicare le situazioni concrete di inclusione in cui sperimentare forme rinnovate e talora inedite di fraternità tra gli uomini e le donne del nostro tempo".

Il processo migratorio - ha sottolineato mons.Nosiglia - è un'esperienza che non tocca solo i migranti, ma coinvolge anche le popolazioni, e dunque le persone che vivono nei paesi destinatari delle migrazioni, chiamate a interagire con le persone 'nuove arrivate', portatrici di tante differenze, rispetto alle quali occorre sviluppare processi intelligenti e creativi di accoglienza e di inclusione".

Una risposta che faccia prevalere "l'affermazione unilaterale della propria identità o la difesa della propria posizione economica - ha osservato l'arcivescovo di Torino - o la paura della diversità sarà piuttosto venata e tentata di prassi di esclusione nei riguardi del nuovi venuti".

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