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19 Ottobre 2015 - 15:34
Erri De Luca
"Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell'aria e dell'acqua". Così Erri De Luca nelle dichiarazioni spontanee rilasciate in tribunale, a Torino, al processo che lo vede imputato per istigazione a delinquere.
"Anche se non fossi io lo scrittore incriminato - ha aggiunto De Luca - sarei comunque qui dove si sta compiendo un esperimento, un tentativo di mettere a tacere parole contrarie". Lo scrittore ha quindi detto di sentirsi "parte lesa" nei confronti "di ogni volontà di censura e sono in quest'aula per sapere se il capo d'accusa invaliderà l'articolo 21 della Costituzione".
"Ciò che è costituzionale - ha proseguito - si decide e difende in luoghi pubblici come questo, come le scuole, le prigioni, i luoghi di lavoro, le frontiere attraversate dai richiedenti asilo. Si decide al piano terra della società".
Quanto alle accuse, De Luca ha osservato che "sono incriminato per aver usato il termine sabotare, un termine che considero nobile, perché praticato da figure come Ghandi e Mandela, e democratico. Sono disposto a subire la condanna penale - ha concluso - ma non a farmi censurare o ridurre la lingua italiana. Si incrimina il sostegno verbale a un'azione simbolica".
E' prevista per le ore 13 la sentenza del giudice monocratico Immacolata Iadeluca nei confronti di Erri De Luca. Lo scrittore napoletano è accusato di istigazione a delinquere per alcune interviste in cui sosteneva che "la Tav Torino-Lione va sabotata".
Il pm Antonio Rinaudo, che con il collega Andrea Padalino ha condotto le indagini, ha chiesto una condanna a otto mesi di reclusione con le attenuanti generiche perché "con la forza delle sue parole ha sicuramente incitato a commettere reati".
"Sono un testimone della volontà di censura della parola, questa sentenza sarà un messaggio sulla libertà di espressione", ha sostenuto nelle scorse settimane De Luca, difeso dall'avvocato Gianluca Vitale. "Questo non è un processo al sottoscritto, ma alla libertà di pensiero nel nostro Paese", ha ancora sostenuto De Luca, che nei giorni scorsi si è detto disposto anche al carcere pur di difendere le sue parole.
Molti gli intellettuali che nel corso del processo si sono schierati al fianco dello scrittore, diventato il simbolo della lotta No Tav.
"Ritengo inapplicabili al mio caso le attenuanti generiche. Se quello che ho detto è reato, l'ho ripetuto e continuerò a ripeterlo". Lo ha ribadito Erri De Luca nelle dichiarazioni spontanee rilasciate al processo in cui è imputato per istigazione a delinquere. "La mia parola contraria sussiste - ha aggiunto - e aspetto di sapere se costituisce reato".
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