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TORINO. Sanità: privati in pressing sul Consiglio regionale

TORINO. Sanità: privati in pressing sul Consiglio regionale
Gli esponenti della Sanità privata accreditata piemontese sono in pressing sul Consiglio regionale per ottenere ascolto e individuare "un percorso di dialogo mirato a risolvere i problemi" sorti con i tagli di posti letto previsti nella delibera regionale di riordino degli ospedali.
Dopo il ricorso al Tar presentato contro la delibera dall'Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e dall'Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari), i rapporti dei privati con l'assessorato alla Sanità del Piemonte si sono interrotti. Oggi Aiop, Aris, e Confindustria chiedono di essere auditi in Consiglio regionale e di riaprire un tavolo di discussione con l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta.
"Avremmo fatto volentieri a meno di impugnare l'atto della Regione - ha affermato in conferenza stampa il presidente dell'Aiop del Piemonte, Giancarlo Perla - ma ci siamo visti costretti a difenderci da una delibera che penalizza esageratamente il settore privato. Sul fronte delle acuzie, nel pubblico sono stati tagliati mille posti letto su 11.500, nel privato ne sono stati tagliati 665 su 1.500. Con un taglio complessivo dell'8% nel pubblico e del 42% nel privato". Per l'esponente dell'Aiop, che ha incontrato i giornalisti insieme al vicepresidente nazionale Carlo Di Gianbattista, a Giuseppe Parrella dell'Aris, e a Luigi Bocchietti di Confindustria, una tale riduzione dei posti letto mette il Piemonte nelle condizioni di non poter più assicurare i Lea, di far salire le liste d'attesa e di aumentare la mobilità passiva. Ma tutto questo, ha detto, farà salire i costi. "La delibera - ha rimarcato Perla - riduce a 2,6 per mille i letti per acuti in Piemonte, al di sotto dei 3 per mille richiesti dalla legge nazionale. Ciò produrrà forse un risparmio nell'immediato, ma ingolferà la sanità regionale facendo aumentare la mobilità dei malati verso le altre Regioni. Oggi la mobilità passiva costa al Piemonte 50 milioni l'anno, contro i 400 milioni di attivo totalizzati dalla vicina Lombardia. Per attrarre servono posti ed eccellenze, e il settore privato piemontese, con il 5% del bilancio sanitario regionale, è stato finora in grado di produrre una mobilità attiva del 30%. Difendere questo comparto, salvaguardando così il reddito di cinquemila famiglie - ha concluso - dovrebbe essere per chi amministra la Regione una scelta di buon senso".
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