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TORINO. Swissleaks: accertamenti Agenzia delle Entrate su ventina di torinesi

TORINO. Swissleaks: accertamenti Agenzia delle Entrate su ventina di torinesi

guardia di finanza

Sarebbero una ventina i torinesi che nel corso degli anni sono stati oggetto di accertamenti più approfonditi da parte dell'Agenzia delle Entrate perché comparsi nella lista Falciani. Lo si è appreso da fonti vicine al Palazzo di Giustizia subalpino, i cui magistrati, nel 2010, furono i primi ad avviare un'inchiesta penale sui correntisti della filiale ginevrina della Hsbc.
Gli inquirenti del capoluogo piemontese, insieme alla Guardia di Finanza, stanno esaminando la documentazione acquisita dall'autorità giudiziaria spagnola nel febbraio del 2014. I nomi su cui si concentra l'attenzione sono poco più di 250: sono quelli presenti nella prima lista, ottenuta dalla procura di Nizza nel 2010, ai quali potrebbero aggiungersene altri.
Dal punto di vista penalistico, però, l'inchiesta presenta problemi sotto vari aspetti e non soltanto perché gli episodi sono del 2007 e quindi a rischio prescrizione. La documentazione, che deve essere decrittata con particolari strumenti informatici, riporta le coordinate del conto e la giacenza di un determinato periodo di tempo: la semplice lettura, dunque, non basta per stabilire se il denaro depositato è il prodotto di qualche evasione fiscale o se abbia una provenienza lecita (per esempio un'eredità risalente negli anni). E la dichiarazione dei redditi, di per sé, non aiuta gli inquirenti perché - viene spiegato - è necessario indicarvi solo la consistenza del patrimonio custodito all'estero. Anche i meccanismi di acquisizione delle prove sono complicati da questioni di procedura: le circostanze che, attraverso la lettura dei dati, possono fare scattare un accertamento tributario non sono sufficienti per attivare un procedimento penale. 
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