Novara in lutto per Leonardo Russo, il bambino di 20 mesi massacrato di botte. La città dove il piccolo viveva con la madre e il suo nuovo compagno, arrestati per omicidio volontario pluriaggravato, ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali, che saranno celebrati martedì, in Duomo, dal vescovo, monsignor Giulio Franco Brambilla. "Sei e sarai per sempre un angelo puro e delicato - è il messaggio che la nonna di Leonardo, Tiziana Saliva, affida ai social - Nessuno merita il tuo perdono, siamo tutti indegni e dannati". L'amministrazione comunale, su sollecitazione di un gruppo di mamme novaresi, ha organizzato anche una fiaccolata per domani sera. E domani sarà il giorno dell'udienza di convalida per Gaia Russo e Nicholas Musi, la madre del piccolo, ai domiciliari in una residenza protetta perché incinta, e il compagno della ragazza. In procura, prima che fossero arrestati, i due giovani si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L'interrogatorio di domani sarà dunque la prima vera occasione per cercare di dare una spiegazione alla tragedia. E per definire gli aspetti ancora poco chiari dell'inchiesta, coordinata dalla procura di Novara e condotta dalla squadra mobile della Questura. "Signore, se esisti resuscitalo! Perché hai voluto il mio angelo? Tu ne hai tanti, restituiscimelo", piange su Facebook nonna Tiziana. La famiglia di Gaia non si dà pace per quanto accaduto. "Si rendevano conto che il bimbo non era seguito - osserva Valeria Dulbecco, dirigente della Squadra Mobile di Novara - ma erano all'oscuro di quello che accadeva da quando nella sua vita, e in quello della madre, era entrato quel giovane", con problemi di droga e numerosi precedenti alle spalle, tanto che nei suoi confronti era in corso una richiesta di sorveglianza speciale. "La sensazione che abbiamo avuto - dice il pm Ciro Caramore, titolare dell'inchiesta - è che la mamma fosse molto condizionata dal compagno", neppure una lacrima quando gli agenti del questore Rosanna Lavezzaro lo hanno arrestato a casa di amici, dove si era rifugiato. In ospedale, giovedì mattina, ha dato in escandescenza nel momento in cui ha saputo che il bambino era morto, poi nessuna reazione. Solo una frase, "ho la coscienza pulita", che il pm Caramore ha definito "agghiacciante".
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