“Sarà una bellissima giornata”, così Enrico Letta, segretario del PD, ieri mattina, prevedendo una conferma di Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Poi le cose sono andate nel senso esatto opposto delle sue previsioni, e così in serata dichiarava: “è stata una follia quanto accaduto in aula e fuori dall’aula del Senato”. Come dargli torto! Ma allora mi chiedo: un leader politico, con la sua esperienza, come ha fatto a non capire ciò che stava accadendo, tentando fino all’ultimo di sedurre lo pseudo capo del M5S, ‘Giuseppi’ Conte? La giornata di ieri, credo che segni il punto più basso della cosiddetta ‘politica’ italiana. Nessuno si salva dall’autodistruzione di massa dei Parlamentari italiani, forse l’unica che ha buon motivo di gioire è la leader di Fratelli d’Italia, sempre coerente con sè stessa, che sente di avere il vento in poppa. Ma non è detto: tutto è ancora possibile di qui al 2 ottobre, quando si dovrebbe andare a votare, innanzitutto smettendo una volta per tutte di parlare di “campo largo” perché si è rivelato una palude se non addirittura sabbie mobili. L’esperienza della cosiddetta “Unione” del 2006 è stato un disastro. Ma anche quando si evoca l’ “ULIVO” bisogna avere ben evidenza le ragioni del suo fallimento a causa dei Partiti: il PdS di D’Alema/Fassino e la Margherita di Rutelli/Marini. Il risultato lo si potrà raggiungere con Mario Draghi, novello Prodi, ma non condizionato dai Pd di Letta e dai ‘cespugli’ che ruotano attorno. Solo così si può ancora sperare in una non vittoria del populismo. Naturalmente occorrerà verificare la disponibilità di Draghi ad entrare in prima persona nella contesa politica. Questa è, a mio modesto parere, l’unica soluzione possibile per salvare il Paese. Nelle prossime ore, si scatenerà l’inferno sui nostri titoli di stato e le risorse del PNRR saranno messe in forte discussione. Sulla sua leadership potrebbero convenire anche personalità dell’area ‘moderata’ del centro destra: sia di Forza Italia, seguendo la scelta di campo di Maria Stella Gelmini, sia della Lega, penso a Giorgetti ma non solo. Vedremo nei prossimi giorni, intanto non posso che dare ragione al sindaco di Torino, Stefano Lorusso, quando afferma che data la situazione creatasi “l’Italia non sarà in grado di mantenere gli impegni con Bruxelles, a cui sono vincolati i fondi del PNRR” e cita “i piani urbani integrati:113 milioni per il capoluogo e 233 per la Città Metropolitana”, tra questi quelli destinati al ‘Teatrino’ di Piazza del Popolo...
Renato Cambursano
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