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IVREA. Cafarelli: Sono una persona prima ancora di essere un professionista e un assessore

IVREA.  Cafarelli: Sono una persona prima ancora di essere un professionista e un assessore

Michele Cafarelli

Buongiorno consigliere Comotto. Generalmente non leggo né rispondo a post sui social network e ad articoli che hanno la stessa proprietà interpretativa dei leoni da tastiera. Ritengo che per il mio ruolo sia più opportuno utilizzare il tempo per lavorare che non per stare sui social network. Ma in questo caso il Suo ruolo mi obbliga, malvolentieri, a doverLe rispondere. Inoltre Lei è anche il presidente della Commissione Assetto del Territorio e ritengo ancor più necessario chiarire alcuni punti. In merito alla situazione principale oggetto del suo articolo su “La Voce”, quella del ghiaietto nel cimitero, le allego relazione apposita poiché, a quanto pare, non è stata sufficiente la mia risposta in Consiglio Comunale. Riassumo per comodità le conclusioni: - Come ripetuto ormai molte volte, la situazione presente in quella parte del vialetto a fianco della tomba di Adriano Olivetti non era accettabile per la grossa dimensione di alcuni sassi, per cui sono stati rimossi dopo la segnalazione arrivata. - I carichi giunti tra maggio e luglio con camion di almeno 12 mc sono della tipologia “pisello” frantumato, e sottostando a rigidi procedimenti non possono contenere disomogeneità evidenti. Per questo motivo, né per tipologia né per caratteristiche della miscela, possono riferirsi a quanto visibile nella segnalazione. - Il piccolo furgone cassonato fotografato nella segnalazione è quello utilizzato internamente per ridistribuire nel cimitero gli inerti, che vengono caricati con l’escavatore dal grosso cumulo posato dai camion grandi che arrivano dal fornitore. Gli ultimi colpi di benna possono caricare parte del sottofondo su cui il cumulo è appoggiato. Queste difformità vengono poi eliminate durante la stesura del materiale. Rimando comunque alla relazione apposita per tutti i particolari. Ci tengo a precisare che la relazione è stata da me elaborata e non ha occupato il tempo dell’ufficio tecnico, se non per rapidi consulti. La invito a effettuare un sopralluogo in cimitero, così potrà facilmente comprendere come gli inerti posati in questi mesi siano molto differenti da quelli delle fotografie usate per l’interpellanza. Ed è un sincero consiglio per tutte le interpellanze, quello di accertarsi prima di scrivere, evitando, ad esempio, di scambiare per “operazioni che a prima vista paiono eccessive e in sfregio all’ambiente naturale nel quale sono state effettuate” quello che invece è un accurato e approfondito progetto transfrontaliero coordinato dalla Regione Piemonte e comunicato con un cartellone esplicativo in loco, come accaduto nell’ultimo Consiglio Comunale per la Sua Interpellanza “Salvaguardiamo l’ambiente naturale”. Rispetto al suo intervento politico su “La Voce”, su una cosa dovrei darLe ragione: le bugie hanno le gambe corte. Ma non lo farò. Non le do ragione neanche su questo. Perché ritengo che né Lei né la cittadina che ha fatto la segnalazione abbiate raccontato delle bugie: semplicemente non conoscevate appieno il tema. Non l’ho fatto né mi permetterei di farlo. Perché dire che qualcuno è un bugiardo ne presuppone la malafede. Per cui, semplicemente, Le faccio notare che è giunto a conclusioni affrettate senza neanche voler comprendere appieno quanto da me relazionato in Consiglio Comunale. Come sa non sono un politico, e se ciò che ha scritto in questi giorni è la conseguenza dell’essere un politico, sarò ben felice di continuare questa esperienza amministrativa da non-politico. Urlare e ripetere delle falsità non le renderà vere. Se per Lei fare politica vuol dire avere lo stesso approccio interpretativo di un leone da tastiera, digitale o analogico, mi spiace molto, sinceramente avevo una considerazione differente della Sua persona. Avremo moltissimi temi da affrontare prossimamente, e lei è anche il Presidente della Commissione Assetto del Territorio. Spero vivamente si possa tornare ad un clima più disteso e costruttivo, perché non ho alcuna intenzione di scendere al livello raggiunto in queste settimane, non è proprio nella mia attitudine. Sono una persona prima ancora di essere un professionista ed un assessore. Come può chiedere che non si prenda come un attacco personale un intero articolo dal titolo “Le bugie hanno le gambe corte”? La società in cui voglio vivere è quella in cui ci sia il rispetto della persona. E Lei questo rispetto non lo ha avuto. E non è la prima volta. Solo per citare un caso, che mi ha particolarmente colpito, nel Consiglio Comunale del 3 marzo 2021 dopo una mia risposta molto tecnica sul tema delle barriere architettoniche, ho dovuto subire una Sua replica in cui definiva l’amministrazione priva di sensibilità sui temi della disabilità. A parte il fatto che questa amministrazione è stata la prima a progettare, programmare e mettere a bilancio un notevole piano di abbattimento delle barriere architettoniche che partirà dal prossimo anno, ma come può pensare che non prenda come un’offesa personale tali sue affermazioni?  Come può permettersi di dire che non abbiamo sensibilità su un tema tanto delicato? Non siamo di fronte ad uno scontro ideologico, stiamo parlando dell’amministrazione di una città. La politica cittadina è fatta da persone. Che hanno una vita, sociale e professionale, che non si può calpestare definendole pubblicamente bugiarde e anche insensibili ai temi della disabilità. Con tutti i risvolti e le ricadute social che ciò causa. Anche perché c’è chi, come il sottoscritto, questo tema lo deve affrontare quotidianamente in famiglia. Vorrei veramente che questo sia un punto fermo da cui ripartire, per Lei e per il Consiglio tutto. Facciamo in modo che la famosa Comunità di cui tutta Ivrea è orgogliosa smetta di essere una vacua arena di insulti social. Si può divergere chiaramente, ognuno ha le proprie posizioni, ma l’educazione ed il rispetto delle persone sono imprescindibili. Cordialmente, come sempre.

Michele Cafarelli

  Insomma, secondo Cafarelli, le domande alla giunta si fanno solo se i problemi non sono risolti. E non si dovrebbero fare anche quando i fatti raccontati sono in corso di risoluzione.  Al diavolo, dunque, tutte quelle interpellanze che se discusse servono anche un po’ per capire come si sia risolto o non risolto un problema. La verità è che l’assessore Michele Cafarelli in questa risposta   -  lo ammette pure - confonde il piano politico con quello personale, mettendoci troppo del “secondo” e accampando una lunga serie di motivazione che chi vuole fare politica non dovrebbe mai utilizzare.  Ha una professione da difendere? Ha paura dei social? Ma chi se ne frega...  Parla di educazione e ancora non ha capito che questo è solo ed esclusivamente un dibattito politico, peraltro civilissimo.  Considerando che si avvicina il tempo della campagna elettorale, se mal lo sopporta, bene farebbe a dimettersi subito. Insomma, in fin dei conti non glielo ha mica ordinato il dottore di far l’assessore a Ivrea. Il dottore, per motivi di salute, gli direbbe di non farlo. Ah già! E’ venuto a a Ivrea chiamato dalla senatrice Virginia Tiraboschi? Bene! La chiami e le dica che non ce la fa più. Vedrà che capirà.

Liborio La Mattina

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