Sala S.Marta, concerto Presentazione CD: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi Woland Eloisa Manera: violino Emanuele Sartoris: pianoforte Massimo Barbiero: batteria Special guest: Martin Mayes: corno
42° OPEN PAPYRUS JAZZ FESTIVAL D'IVREA
IVREA. "Il jazz - diceva Bill Evans, famoso pianista statunitense scomparso nel 1990 - non lo puoi spiegare a qualcuno senza perderne l’esperienza. Dev’essere vissuto, perché non sente le parole. Le parole sono i fanciulli della ragione, e quindi, non possono spiegarlo. Queste non possono tradurre il feeling perché non ne sono parte. Ecco perché mi secca quando la gente cerca di analizzare il jazz come un teorema intellettuale. Non lo è. E’ feeling...". Lo stesso feeling che da anni esiste tra Massimo Barbiero, organizzatore di Papyrus Open Jazz Festival, e il popolo degli appassionati del genere. Anche quest'anno, con l'edizione 42 della manifestazione, gli sforzi sembrano essere stati appagati, tra concerti, libri, mostre d'arte e il riconoscimento a Ivrea di un primato italiano anche nella musica. Mercoledì scorso tutto è cominciato alle 18,30 allo " Spritz" con l'inaugurazione delle mostre di Roberto Cifarelli (fotografo Blue Note) "High key on jazz" e "The black square". E' seguita la presentazione del libro "Io sono un Jazzista" di Guido Michelone e l'aperitivo a cura di Gusteria. In serata tre coreografie sulle musiche del CD "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi". Sul palcoscenico hanno danzato: Sara Ugorese, Giulia Bedin, Eleonora Buratti.
Musica senza confini. Il ritratto di Barbiero
Ancora arte ai massimi livelli nel pomeriggio di giovedì con l'inaugurazione della mostra "Musica senza confini", collettiva d’arte organizzata da Daniela Borla e Ettore Della Savina e opere (visibili fino al 30 settembre) di "E. Francescotti, R. Coin, A. Betta, A. Guarnieri, D. Covolo, S. Baruzzi, L. Accattino, G. Samperi, I. Casalino, T. Franzin, L. Cordero, P. Filannino, V. Filannino, E. Della Savina, D. Borla. Altri artisti (Susanna Clarino, Toni Muroni, Eugenio Pacchioli) si stanno avvicendando con le loro opere in sala santa Marta. A sorpresa, durante la presentazione, è stato donato un ritratto a Massimo Barbiero eseguito da Daniela Borla. Nel pomeriggio di venerdì in Santa Marta la giornata di festival è cominciata con una discussione, coordinata da Davide Gamba della libreria Mondadori, dal titolo "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" a tu per tu con Gian Luca Favetto (scrittore) e Davide Ielmini (musicologo). Letture di Renato Cravero. E' seguito il concerto con Eloisa Manera (violino), Emanuele Sartoris (pianoforte) e Massimo Barbiero (batteria). Special guest Martin Mayes: corno. In serata , nel cortile del Museo Garda,Area Open Project con Claudia Tellini: (voce), Patrizio Fariselli (piano), Marco Micheli (basso) e Walter Paoli (batteria).
Patrizio Fariselli Area Open Project Il repertorio degli Area nella versione cantata Claudia Tellini: voce Patrizio Fariselli: piano Marco Micheli: basso Walter Paoli: batteria
Questa sera, si prosegue, alle 18, in Sala S.Marta, con un concerto dei Deval Quartet: Loris Deval (chitarra), Sabrina Oggero Viale (voce), Tiziano Codoro (tromba) e Maurizio Brunod (chitarra). Seguirà alle 18.30 un aperitivo e alle 21.15, nel del cortile Museo Garda, il concerto "Francesco Bearzatti Tinissima 4ET Zorro", con Francesco Bearzatti (sax tenore), Daniele Raimondi (tromba), Danilo Gallo (basso) e Zeno De Rossi (batteria). Il sipario dell'Open Jazz Papyrus Festival chiuderà Domenica 18.Alle 18, al Museo Garda, special project: tre coreografie sulle musiche del CD "In Hora Mortis". Coreografie di: Giulia Ceolin, Francesca Galardi, Cristina Ruberto. Danzano: Luciana Trimarchi, Giulia Bedin, Beatrice Benetazzo, Sara Celeste, Emma Nemes, Cecilia Boldrin, Alice Mistretta, Alina Mistretta, Arianna Mistretta, Valentina Papaccio e Sara Ugorese. Letture dal libro: “In hora mortis” di Thomas Bernhard. Alle 19.45, allo Spritz,concerto per il centenario della morte di Mingus. Marco Bellafiore alcontrabbasso, letture tratte da “Peggio di un bastardo” "Noi crediamo - ha sottolineato Massimo Barbiero - che la cultura sia soprattutto “integrità morale”. Lo sforzo di questi ultimi 15 anni di andare oltre il termine “jazz” non è semplice operazione di upgrade, ma la convinzione che la contaminazione tra le arti (musica, danza, fotografia, letteratura, pittura…) sia l’unica strada e che il jazz sia quello sin dalle origini, semplicemente “metafora”di ciò che è l’arte e quindi la vita. Non si tratta di manifestazioni di nicchia, di proposte autoreferenziali, perché l’Italia, l’Europa e il mondo hanno intrapreso da anni questa via. Noi proviamo solo a essere all’altezza di questa responsabilità, perché costruire è molto più difficile che cercare il consenso e la ricerca del consenso è quanto di più pericoloso la storia conosca, ma la responsabilità di cui sopra è proprio quella che ci spinge a questo impegno..." Un impegno, quello di Massimo Barbiero, portato avanti con Music Studio - Ivrea Jazz Club , attivo da circa 30 anni a Ivrea con l’Open World Jazz Festival, l'Open Jazz Festival (ex Euro Jazz Festival) e il concorso Ivrea in Musica. Suo l'onore d'aver portato in città musicisti della statura di Miroslav Vitous, Billy Cobham, Jeff Berlin, Markus Stockhausen, Danny Gottlieb, Horacio Hernandez, Daniel Humair, Scot Henderson, Elton Dean, Ralph Tonwer, David Friedman, J.Thicay e Miroslav Vitous. Barbiero peraltro organizza, praticamente da sempre corsi di musica, stage e seminari didattici nelle scuole ed ha all’interno della propria scuola musicisti conosciuti da anni in Italia e all'estero sia in ambito Jazzistico che della musica pop, rock, leggera e classica. “Questa - diceva Keith Tippet - è la mia filosofia: servire le persone, toccare i loro cuori, sospenderle dal tempo cronologico e lasciarle con un bagliore di piacevolezza. Non sempre ci si riesce, poiché il pubblico è parte di questa comunione quanto il musicista, ma quando i due si incontrano e lo spirito è quello giusto, può essere un’esperienza di grande magia”. E questa è anche la filosofia di Barbiero.
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