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TORTOSA. Un angelo custode in tragedia genitori Valentina

"E' lei, è la nostra!": per Cristina sarà difficile, forse impossibile, dimenticare quel sussurro sconvolto del papà di Valentina Gallo all'uscita dalla sala dell'obitorio di Tortosa, dove nella notte di domenica aveva dovuto riconoscere il corpo senza vita della figlia. La giovane catalana aveva conosciuto, per caso, solo poche ore prima Gerardo e Giulietta, i genitori della studentessa toscana di Economia, da settembre in Erasmus a Barcellona. Erano seduti in una fila davanti nell'aereo in partenza da Firenze per la metropoli catalana. Il volo, previsto per fine mattinata, era in ritardo a causa dello sciopero dei controllori francesi. I genitori di Valentina avevano previsto di raggiungerla per trascorrere insieme la Settimana Santa a Barcellona. I passeggeri erano rimasti due ore in attesa del decollo già nell'aereo. Guardando le notizie sul cellulare, Gerardo e Giulietta avevano letto dell'incidente del bus degli Erasmus in rientro nella notte dalle Fallas di Valencia, e si preoccupavano ad alta voce. Cristina li aveva sentiti e si era avvicinata per proporre il suo aiuto. "Nostra figlia ci ha detto che andava alle Fallas, però non ci ha chiamato", le avevano detto già allarmati, racconta Cristina. Valentina si era sempre fatta viva da Barcellona. "Non le sarà successo qualcosa?". La giovane subito aveva chiamato il servizio di urgenza del governo catalano. Poi quattro ospedali della zona. Nessuna traccia della ragazza. Solo il consiglio di andare appena arrivati a Tortosa per avere informazioni sul posto. A Barcellona Valentina non era all'aeroporto ad accogliere i genitori. Cristina ha preso la macchina e si è offerta di accompagnarli a Tortosa. Due ore di viaggio e di angoscia. Gerardo e Giulietta parlano con orgoglio della loro ragazza, innamorata di Barcellona. Voleva entrare nel mondo della moda, forse restare a vivere nella capitale catalana. Aveva preso un appartamento con due ragazze basche, perché voleva imparare in fretta lo spagnolo. Le amiche però erano andate qualche giorno a Bilbao, e lei aveva deciso di fare la gita di Valencia. Per farli pensare ad altro Cristina si è messa a parlare di calcio. Arrivando a Tortosa Giulietta e Gerardo erano convinti di trovare la figlia viva. All'albergo Corona, dove erano stati trasferiti i sopravvissuti, e dove li ha ricevuti il presidente catalano Carles Puigdemont, nessuna traccia però della ragazza. Tutte le ricerche, le telefonate negli ospedali, non hanno dato risultato. A un certo punto Puigdemont è impallidito. E per il papà e la mamma di Valentina si sono spalancate le porte dell'orrore. "La faccia del presidente mi ha detto tutto", gridava sconsolata Giulietta uscendo dalla sala. "Gli hanno offerto di vedere una fotografia o di andare all'obitorio", ricorda Cristina, che La Vanguardia ha ribattezzato "L'amica in mezzo alla tragedia". Hanno deciso di vederla. Poi, dopo l'addio ad ogni speranza, quel grido sussurrato: "E' lei, è la nostra!”.
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