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13 Giugno 2014 - 17:54
Armi
Vedova, sola, con due figli ormai grandi. Incontra un uomo di qualche anno più giovane, di origine romena. Se ne innamora e vanno a vivere insieme. L'unione dura qualche tempo. Poi, nell'ottobre 2013, la donna decide di denunciarlo ai Carabinieri di Mathi. Racconta di percosse, calci e pugni, litigi continui. Racconta anche che lui l'avrebbe minacciata di morte. "Ho paura, tiene delle armi in casa" aveva detto Maria Patrizia Porcu, 54 anni, ai militari, dipingendo il compagno, Mircea Tcaciu, 41 anni, come un uomo incline alla violenza. La perquisizione, effettuata nell'immediato, he però messo nei guai entrambi, ora imputati, presso il Tribunale di Ivrea, con l'accusa di detenzione illegale e alterazione di armi e di ricettazione. Per Tcaciu (difeso dall'avvocato Bruno Delfino del Foro di Ivrea), arrestato e attualmente detenuto in via cautelare presso il carcere di Ivrea, anche le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.
I Carabinieri presso la casa di Nole, in cui la coppia viveva, avevano trovato infatti due carabine, senza matricola e modificate in modo rudimentale, una appartenuta, secondo l'accusa, al marito defunto della Porcu, ed un'altra riconducibile ad un furto avvenuto nell'agosto a Cavaglià. Inoltre un fucile semiautomatico, con numero di matricola abraso ed un silenziatore.
Martedì scorso, di fronte al collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto, sono stati sentiti diversi testimoni, tra cui i Carabinieri della stazione di Mathi che hanno confermato la dinamica dei fatti, e i due figli della donna, Emanuele e Laura Martinetto, di 23 e 36 anni. Il più giovane non ha voluto rispondere alle domande. "Tcaciu mi ha cacciata di casa – ha invece risposto la primogenita al Pm Giuseppe Drammis-. Mi ha detto che non conoscevo i rumeni e ha tirato un calcio alla portiera della mia macchina. Mi sono sentita minacciata e me ne sono andata".
Rudi Macchieraldo, di Cavaglià, proprietario di alcune armi, ha confermato il furto. "Ne avevo diverse in casa – ha aggiunto -, riposte in un armadio chiuso che è stato portato via, dentro una cassaforte da 180 Kg al secondo piano".
Mirella Lai, amica della coppia, ha raccontato invece le confidenze ricevute dalla Porcu. "Mi aveva detto più volte che la picchiava – ha riferito in aula – ma non vedevo i lividi, così una volta le ho chiesto di mostrarmeli. Ne aveva uno sulla schiena ma non so dire se gliel'avesse cagionato lui. Mircea è sempre stata una brava persona, io e mio marito gli lasciavamo anche le chiavi di casa, per guardare il cane, quando stavamo via qualche giorno".
Il processo è stato rinviato al 18 luglio per sentire i testimoni della difesa.Edicola digitale
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