PAVONE. Stacca l'acqua all'inquilina che non se ne vuole andare. Alla sbarra per esercizio arbitrario delle proprie ragioni

Avrebbe staccato le utenze all'inquilina perchè quest'ultima non se ne voleva andare. Roberto Ocletto, di Pavone, si è ritrvoato così imputato, presso il Tribunale di Ivrea, con l'accusa di "esercizio arbitrario delle proprie ragioni" a cui si aggiunge la "violazione di domicilio". I fatti risalgono al settembre 2007: ben sette anni fa! Ocleppo avrebbe interrotto la fornitura dell'acqua presso l'alloggio di via Quilico affittato da Debora Guglielmetti. Giovedì scorso, di fronte al giudice Marianna Tiseo, le parti hanno fomulato le conclusioni. Il Pubblico Ministero Gianluca Dicorato ha chiesto la condanna a 4 mesi e 15 giorni di reclusione, modificando il capo di imputazione relativamente all'aggravante: a suo dire Ocleppo non avrebbe usato "violenza sulle cose", come ipotizzato originariamente, bensì "violenza sulla persona". Il Pm ha ricordato anche che la Guglielmetti, dopo aver pagato il dovuto, si era recata a disturbare Ocleppo, mentre cenava, affinchè riattaccasse le utenze. Un processo assurdo, invece, secondo l'avvocato difensore Giancarlo Bertone che ha richiesto l'assoluzione del suo assistito. Il tutto in virtù del contratto stipulato all'epoca. Carta canta, secondo il legale e la stessa Guglielmetti aveva sottoscritto, nero su bianco, l'impegno a lasciare l'alloggio, riconoscendo all'Ocleppo la possibilità di staccare le utenze se non avesse rispettato l'accorso. E questo era accaduto. La donna era rimasta ancora per un po' ed aveva sporto denuncia nell'ottobre seguente. Inoltre l'idraulico, sentito in aula, ha confermato che il contatore dell'acqua era collocato in un luogo tale da consentire l'accesso sia al prorpietario che all'inquilina. La sentenza sarà pronunciata il prossimo 17 aprile.