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13 Marzo 2014 - 09:59
Avevano acquistato quella villetta, sulla carta, desiderosi di iniziare al più presto la loro vita insieme. Ma qualcosa si era complicato. La procedura aveva iniziato a tardare sempre di più tra continue scuse accampate dall’impresario che doveva edificare. Così, alla fine, la giovane coppia si era rivolta al Comune, scoprendo che, in realtà, il costruttore non era in possesso di tutte le autorizzazioni, e il 19 marzo 2010 aveva quindi sporto denuncia, presso la locale stazione dei Carabinieri. Per quei fatti si trovano ora a processo presso il Tribunale di Ivrea, con l’accusa di accusa, Giovanni e Maurizio Aimonino amministratori della ditta Ica, difesi rispettivamente dagli Avvocati Giovanna Barbotto del Foro di Biella e Ferdinando Ferrero del Foro di Ivrea. “Sembrava che avessero chiesto un regolare permesso di costruire, invece riguardava solo l’interrato, e la richiesta di sanatoria era stata presentata dopo, ma retrodatata” ha raccontato l’altra settimana in aula, di fronte al giudice Marianna Tiseo, Paolo Girotti, classe 1973 e residente a Romano che all’epoca aveva intrapreso un preliminare d’acquisto insieme alla fidanzata, oggi moglie, Ilaria Chiarotto. “Subito non abbiamo fatto nulla- ha aggiunto Girotti -. Poi, di fronte alle inadempienze, ci siamo rivolti al Comune scoprendo che gli oneri non erano stati versati”. Il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, Piergiuseppe Gillono, ha spiegato dettagliatamente l’iter seguito presso l’immobile di via Olivetti, interrogato dal Pm Roberta Bianco. Il permesso di costruire era stato originariamente chiesto per tre fabbricati ma i lavori erano iniziati prima che fosse rilasciato. Nel luglio 2009, al primo sopralluogo condotto dall’Ufficio Tecnico con il Vigile Urbano, era in corso l’esecuzione del solaio. “Il 14 luglio è stata firmata l’ordinanza per la sospensione lavori – ha riferito Gillono – e per la demolizione nell’ottobre successivo. Pii la Ica ha chiesto la sanatoria e ha ottenuto il permesso per l’interrato. Nel marzo 2010 è seguito un altro sopralluogo e un’altra ordinanza per la demolizione. La sanatoria è stata concessa, con oneri raddoppiati, anche in questo caso non pagati. Poi è intervenuto il fallimento”. Il processo è stato rinviato al 18 settembre per la sentenza.
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