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22 Marzo 2021 - 19:24
Dad didattica a distanza
Riceviamo e pubblichiamo:
Egregi Amministratori,
come presidenti del Consiglio degli Istituti di Settimo torinese, a nome di molti genitori, vorremmo esprimere la nostra profonda delusione e rabbia per l’ennesima chiusura della scuola e dell’attivazione della didattica a distanza che ha causato forti disagi e gravi difficoltà gestionali nell’organizzazione familiare.
Innanzitutto, ricordiamo che l’art. 34 della Costituzione riconosce che “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita…”
L’istruzione è un diritto costituzionale e, pertanto, la scuola deve essere considerata un servizio di prima necessità. A distanza di un anno, invece, è stato tolto ai nostri bambini e ragazzi il diritto ad un’istruzione di qualità, il diritto a stare con i loro compagni e di socializzare, il diritto a trascorrere un’infanzia e adolescenza serena.
La didattica a distanza non può essere sostitutiva della didattica in presenza. Coscienti della situazione sanitaria che stiamo vivendo e del pericolo pandemico che sta ancora flagellando il mondo intero, occorre riflettere sull’enorme danno che si andrà ad arrecare ai bambini e ragazzi sia in termini didattici che psicologici, sociali e di formazione dei futuri cittadini.
La chiusura delle scuole ha già avuto impatti devastanti, non solo a livello formativo, ma anche a livello sociale ed economico:
- il 98% di chi ha perso il lavoro durante il Covid è donna (dati Istat),
- è aumentato l’abbandono scolastico, che in Italia partiva già da livelli superiori alla media europea (indagine Ipsos per Save the Children),
- ha aumentato le disuguaglianze sociali, evidenti sia nelle possibilità di accesso alla didattica a distanza (disponibilità di device, connessione), sia per quanto riguarda il necessario affiancamento e supporto della famiglia;
La scuola è lo strumento attraverso il quale possono essere effettuate le diagnosi DSA, BSE .. queste diagnosi sono molto difficoltose in presenza e sicuramente non effettuabili in DAD soprattutto se si tratta di disturbi lievi ma che possono comunque rendere il percorso scolastico di un bambino molto complesso.
Bisogna, inoltre, tener conto che a settembre le scuole sono ripartite in maniera impeccabile, grazie al lavoro dei Dirigenti scolastici, dei docenti, del personale scolastico della amministrazione comunale e anche dei genitori ma soprattutto dei bambini e dei ragazzi che si sono attenuti alle regole con disciplina e pazienza. Oltre al fatto che dai dati diffusi dalla Regione, i nuovi casi infetti all’11 marzo 2021 sono 2322 e tra questi meno del 10% sono in età scolare. Il 5 marzo scorso (ultima settimana di presenza a scuola) i casi erano 2283, di questi 213 erano studenti. I dati dimostrano in modo univoco che non esiste alcuna correlazione tra la didattica in presenza e l’aumento dei contagi.
L’innalzamento della percentuale dei contagi nelle fasce più “giovani” è dovuto alla forte riduzione dei casi nelle fasce più anziane, forse per la campagna di vaccinazione o per una maggior tutela da parte loro.
La chiusura delle scuole, se non accompagnata da altre misure restrittive, non ha alcun effetto positivo sulla diminuzione dei contagi. Chiudere le scuole per l’aumento dei contagi vuol dire considerare inefficace il protocollo messo in atto per le scuole dal CTS che invece i dati dimostrano essere molto efficace.
La chiusura della scuola, annunciata con provvedimenti che vengono presi il venerdì sera per il lunedì mattina, la tardiva riattivazione di congedi parentali retribuiti al 50%, di bonus baby sitting o di altre forme di sostegno solo parzialmente compensative ha, inoltre, provocato enormi difficoltà alle famiglie che, nonostante il monito a ricorrere ai nonni solo in caso di estrema necessità, espresso dallo stesso Governo in risposta ad una faq, si trovano costrette, anche per problemi economici, a coinvolgere gli stessi anziani che si vogliono tutelare, per la gestione dei propri figli. I bambini e ragazzi possono essere veicolo di trasmissione del virus fuori dalla scuola, dove si abbassa la guardia e dove noi singoli cittadini adottiamo uno stile di vita che ci porta ad avere più o meno contatti; è il virus che da fuori viene portato a scuola e non il contrario, e i protocolli della scuola fanno sì che il virus non si diffonda al suo interno.
Il nostro è un appello accorato con il quale chiediamo che:
- la didattica in presenza sia sempre garantita in zona gialla e in zona arancione: non è infatti accettabile che in caso di incidenza elevata dei contagi (incremento di oltre 250 casi ogni 100mila abitanti per almeno sette giorni consecutivi) possa essere disposta la chiusura delle scuole ma siano consentite tutte le altre attività e che siano permessi gli spostamenti non giustificati da motivi di salute e lavoro;
- in zona rossa sia garantita la didattica in presenza almeno per scuola dell’infanzia, scuola primaria e per il primo anno della scuola secondaria di primo grado limitando gli spostamenti esclusivamente casa-scuola, scuola-casa;
- sia garantita la didattica in presenza per gli studenti all’ultimo anno di ciascun ciclo scolastico;
- vengano eseguiti sistematicamente screening e tamponi rapidi su studenti e personale scolastico, in modo da individuare tempestivamente i casi positivi ed evitare la nascita di focolai;
- siano resi pubblici dati sui contagi, disaggregati per fasce di età e suddivisi per istituti anziché considerare i distretti asl;
- sia istituito un comitato tecnico della scuola in coordinamento con il referente Covid per rendere noti i contagi che provengono dalla scuola;
- si investa sulle disponibilità di risorse tecnologiche: garantire la connettività e mettere a disposizione strumenti in comodato d’uso;
- si creino sportelli ed occasioni di formazione per insegnanti e genitori relativamente agli aspetti psicologici, all’impatto della pandemia e all’impoverimento delle relazioni, alle nuove sfide e problematiche causate dall’uso eccessivo di strumenti elettronici;
- venga potenziato e garantito a tutte le categorie di lavoratori autonomi e dipendenti gli adeguati sostegni economici per gestire la situazione emergenziale;
- si chiudano gli istituti con focolai e non si attuino chiusure generalizzate.
A nostro avviso la DAD non può essere la soluzione risolutiva al contenimento degli aumenti dei contagi.
Non è accettabile che dopo più di un anno ci troviamo quasi al punto di partenza e dopo tutti i sacrifici fatti in questi mesi dai nostri bambini e dai nostri ragazzi dobbiamo dire loro che tutto questo rigore non è servito a nulla. Chiediamo più rispetto e più attenzione per i bambini e i ragazzi che rappresentano il futuro e meritano di essere protetti esattamente come gli altri.
In attesa che il piano vaccinale possa riportare alla normalità occorre cercare soluzioni alternative alla chiusura della scuola ed intervenire su aree che diano un miglior risultato.
Siamo a disposizione per collaborare in modo costruttivo con tutti gli organi competenti al fine di garantire il buon funzionamento della scuola.
Distinti saluti
I presidenti degli Istituti di Settimo Torinese
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