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23 Aprile 2020 - 18:43
"Buone notizie giungono dalle RSA di Piverone e Settimo Vittone, gestite dal gruppo “Sereni Orizzonti”. Seguendo le istruzioni impartite dal gruppo a livello nazionale (in largo anticipo rispetto alle disposizioni emanate dal governo e dall’amministrazione regionale), queste strutture avevano progressivamente ristretto l’ingresso di estranei già dallo scorso 24 febbraio".
Ad annunciarlo è l'azienda stessa Sereni Orizzonti che poi aggiunge: "A partire dal 3 marzo si è infine deciso di vietare ogni ingresso ai parenti degli ospiti e di ridurre al minimo essenziale il contatto con i fornitori delle derrate, garantendo loro un accesso dedicato".
La situazione appare sotto controllo nella RSA di Piverone, che ospita 70 persone (anziani non autosufficienti e una ventina di disabili psichici) e nella quale lavorano 45 dipendenti. Dall’inizio della pandemia sono stati trasferiti all’ospedale di Ivrea 6 ospiti per sintomi sospetti. Sottoposti subito a tampone, sono risultati positivi ma nessuno di loro è deceduto o si trova sottoposto in terapia intensiva. Nella struttura i residenti non possono circolare da un piano all’altro e i compagni di stanza degli ospiti risultati positivi non possono lasciare la loro camera.
Nessun caso Covid-19 si è invece finora registrato nella RSA “Le Magnolie” di Settimo Vittone, che ospita 55 anziani non autosufficienti e nella quale lavorano 33 dipendenti.
In entrambe le strutture si resta in attesa che la ASL TORINO 4 possa finalmente organizzarsi per effettuare i tamponi Covid-19, sollecitati dai direttori fin dai primi giorni di marzo.
«Infermieri, operatori socio-sanitari e addetti alle pulizie sono stati tempestivamente formati sulle procedure di prevenzione da adottare» spiega Vittorio Pezzuto, responsabile delle relazioni esterne del gruppo “Sereni Orizzonti”. «I nostri operatori hanno sempre lavorato e continuano a lavorare dotati dei dispositivi di protezione individuale forniti dall’azienda (mascherine, guanti e camici monouso), sanificano regolarmente gli ambienti interni, disinfettano i loro cellulari ed evitano un uso promiscuo di materiale».
L’isolamento forzato nel quale si trovano da quasi due mesi gli ospiti incide negativamente sul loro umore così come su quello dei parenti che non possono più andarli a visitare. Alla primaria tutela sanitaria si deve pertanto unire un’attenzione particolare all’equilibrio emotivo e psicologico delle persone assistite in queste strutture. «Proprio per questo – spiega Pezzuto – abbiamo da tempo contattato tutti i familiari degli ospiti, in particolare di quelli allettati, al fine di poter programmare videochiamate WhatsApp, quotidiane e in determinate fasce orarie».
Una soluzione che sta riscuotendo un grande successo soprattutto tra i nonni, molti dei quali non sono abituati all’uso delle nuove tecnologie: poter vedere i volti dei propri cari e poter scherzare e conversare con loro è una medicina preziosa che stempera la tensione e risolleva immediatamente il morale di ciascuno, suscitando forti emozioni positive. «Le lacrime di gioia e i sorrisi pieni di felicità di queste persone sono la migliore ricompensa per gli infermieri e gli operatori socio-sanitari che in queste settimane si stanno sforzando di regalare serenità ai loro assistiti. Di una cosa dovete essere sicuri: stanno proteggendo questi nonni come farebbero con i loro stessi parenti, con la stessa attenzione e con lo stesso amore».
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