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14 Febbraio 2020 - 18:05
"Sindaco comunista... Nelle foibe c'è posto anche per te”. Un messaggio forte, diretto, quello ricevuto, mediante una lettera anonima, nella giornata di giovedì 13 dal sindaco di Druento, Carlo Vietti.
Una lettera - che da quanto appreso è stata spedita lo scorso 10 febbraio - che arriva a distanza di pochi giorni dal clamore mediatico delle esternazioni dello stesso sindaco sul tema dell’intitolazione di una via a Norma Cossetto, la giovane istriana stuprata e uccisa dai partigiani titini. E, soprattutto, dal consiglio comunale con annessa gazzarra tra pubblico ed esponenti di “Gioventù Nazionale” (l’ala giovanile di Fratelli d’Italia, ndr) proprio del 10 febbraio, quando è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno - emendato - della consigliera comunale Francesca Morucchio, che porterà all’intitolazione di un luogo ai martiri delle Foibe.
“Sono amareggiato e dispiaciuto - taglia corto lo stesso Vietti - Di certo non ho paura di questa lettera. Continuerò con il mio impegno per il bene di Druento. Anzi, da oggi metterò il 120%”.
Messaggi di solidarietà sono stati espressi dai capigruppo di opposizione Francesca Morucchio e Sara Mazzetto e, allo stesso tempo, dalla maggioranza consiliare guidata dal capogruppo Roberto Ferrero.
Il presidente del consiglio, Pier Giorgio Mosso, è voluto tornare su tutta la vicenda: "Occupazioni e interruzioni del consiglio comunale, insulti ai consiglieri stessi, violenze verbali rintracciabili sui social media e, in ultimo, decisamente più gravi, le minacce di morte al sindaco sono segnali di comportamenti deliranti e integralisti che devono far riflettere e indignare qualsiasi cittadino. Le uniche opinioni che non hanno cittadinanza né mai l'avranno nel nostro Comune sono quelle rivolte ad istigare odio, minacciare e discriminare, da qualsiasi parte provengano e verso chiunque siano pronunciate.
Tutto il Consiglio Comunale di Druento esprime la propria solidarietà al Sindaco per il grave e vile atto intimidatorio subito, condannando qualsiasi comportamento che miri a colpire la pacifica convivenza delle persone, la legalità e il libero svolgersi della vita democratica. Siamo certi che questi ignobili tentativi di trasformare il confronto e la dialettica politica in uno scontro violento e intimidatorio saranno ancora una volta sconfitti dall'attaccamento alla democrazia di tutti cittadini che credono nel valore inestimabile delle persone e delle istituzioni”.
Solidarietà espressa anche dall’Anpi, che attraverso il suo presidente, Delio Ranzani, ha rimarcato come sia importante “sostenere i valori di libertà e democrazia, faticosamente conquistati anche con la lotta di Liberazione. Le minacce e gli insulti sono metodi fascisti che non devono più esistere, come la nostra Costituzione prevede. Ribadiamo che per l'Anpi il rispetto della Costituzione è un imperativo”.
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