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VENARIA. Meno male che i botti erano vietati...

Come ogni anno in questo periodo, i botti, i petardi e i fuochi d’artificio, causano, nell’intero Paese, centinaia di feriti, anche gravissimi e, a volte, decessi. Riteniamo perciò opportuno e utile, rivolgere un invito, a tutti i cittadini, affinché tali prodotti siano fuochi consentiti, ovvero muniti di apposita etichetta, e siano acquistati solo presso commercianti autorizzati.

Si invita altresì a un uso responsabile degli stessi e una limitazione dell’utilizzo, come recitato dall’articolo 45 del regolamento di polizia urbana, nel rispetto di coloro i quali non apprezzano questo tipo di festeggiamento, nei confronti delle persone anziane, malate e, in generale, più deboli, oltre che nei confronti degli animali domestici che potrebbero subire traumi a causa di tali esplosioni. Quanto sopra anche e soprattutto, per motivi di sicurezza personale, privilegiando l’impiego di prodotti meno invasivi e pericolosi. Confidando nel rispetto degli altri e nel senso civico di tutti, si coglie l’occasione per augurare buon anno”.

Era questo l’appello lanciato dal commissario prefettizio Laura Ferraris a poche ore da Capodanno.

Eppure, a Venaria, anche nell’anno appena andato in soffitta, quell’appello - misto anche al divieto presente nel regolamento di polizia urbana - è rimasto inascoltato. Allo scoccare della mezzanotte, infatti, ogni zona di Venaria è diventata teatro di “guerre” di botti, petardi di ogni genere e con rumori differenti.

Per fortuna, nessuna persona è rimasta ferita e non si hanno notizie di animali fuggiti per paura o che si siano sentiti male per via di quei rumori fortissimi.

E questo articolo non è una accusa nei riguardi del commissario, ci teniamo a precisarlo. Anche perché gli agenti a disposizione sono pochi e non esiste una municipale “h24”, compresi i festivi, che possa andare a sanzionare chi usi petardi e botti per non aver adempiuto all’ordinanza: è un dato di fatto, inutile nasconderci dietro a un dito.

Ordinanza sì o ordinanza no? L’ordinanza serve, eccome. E’ un modo per sensibilizzare e, allo stesso tempo, provare a cambiare una mentalità. I risultati, probabilmente, non saranno immediati. Ma il cambio di tendenza ci sarà. Almeno si spera.

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