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19 Settembre 2018 - 17:48
Che fine ha fatto il nuovo centro commerciale di Via Casale? Quello che dovrebbe sorgere nell’ex area Colenghi?
Da mesi, ormai, il comune e i costruttori hanno firmato la convenzione.
La querelle, dunque, va avanti da mesi e tra un rinvio e l’altro, le proteste dei cittadini e le raccolte firme, alla fine, nulla è cambiato. Il nuovo Pam dovrebbe vedere la luce lì, proprio come previsto dal progetto iniziale, davanti alla nuova struttura commerciale sorgerà l’ennesima rotonda della zona (ce ne saranno due a poche centinaia ci metri), anche questa molto criticata da cittadini e consiglieri di minoranza. Insomma, nessuna modifica sostanziale rispetto al progetto presentato dai tecnici del Pam nella primavera del 2016.
Eppure, ad oggi, esauriti tutti i passaggi burocratici del caso, nessuno è andato in comune per ritirare il permesso per iniziare i lavori e la relativa costruzione della nuova attività.
“Non hanno ritirato il permesso per costruire - spiega il sindaco - devono venire in comune, pagare la prima rata degli oneri di urbanizzazione e poi potrebbero partire”.
Tutto giusto, ma i contatti tra le parti si sarebbero interrotti ormai a tempo.
“Io non li sento da molti mesi ormai - spiega il sindaco - avevo chiesto agli uffici prima delle vacanze ma non c’era nessuna novità. Non c’è nessuna novità nemmeno oggi. A quanto pare si sono messi in auto stand-by”.
La legge, infatti, concede la possibilità di realizzare un centro commerciale proprio in quell’area (ex Colenghi) senza che nessuno possa opporre resistenza.
I passaggi burocratici sono stati ultimati da moltissimo tempo, parlaimo di mesi, ormai, e il fatto che nessuno sia passato in comune per ritirare la scartoffie necessarie per far partire il progetto non puo’ che lasciare dubbi sulla effettiva realizzazione del nuovo Pam.
Dal canto suo, il comune, naturalmente, non ha nessuna intenzione di “spingere” affinchè il nuovo Pam prenda vita.
Mesi fa, la stessa amministrazione grillina di Marco Bongiovanni, si schierò contro il progetto realizzando, poi, che però nulla poteva essere fatto per bloccarlo.
Se ora il blocco, invece, dovessero autoimporselo i costruttori, beh, sarbebe tutto di guadagnato per l’amministrazione.
Tutto, tranne gli oneri di urbanizzazione che, putroppo per le casse comunali, non saranno incassati.
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