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FORNO. Oggi un incontro sul futuro dell’ex casa del custode

FORNO. Oggi un incontro sul futuro  dell’ex casa del custode

È convocata per questo pomeriggio la riunione tra AslTo4, Amministrazione di Front e Ipab Destefanis per discutere del futuro dell’ex casa del custode.

Com’è ormai risaputo, il progetto del presidente dell’istituto, Giovanni Falletti, è di destinare quei locali ad una nuova casa per una decina di ragazzi disabili. Questa sorgerebbe di fianco all’ipab, e proprio qui sta la particolarità del progetto.  La nostra è una proposta sperimentale - aveva anticipato Falletti nelle scorse settimane -. Vogliamo dare la possibilità ai genitori anziani e non più autosufficienti di passare gli ultimi anni in famiglia, vista la vicinanza della struttura di accoglienza per i figli disabili”. Un progetto che si rifà alla legge del “Dopo di noi”, che ha previsto l’erogazione sul territorio nazionale di 81milioni di euro per il 2016 e altri 40 per il 2017. “Questa legge - aveva sottolineato il presidente dell’Ipab - è nata proprio con l’obiettivo di dare sicurezza ai genitori che i figli diversamente abili saranno protetti e accuditi anche dopo la loro morte”. Insomma un vero e proprio servizio assistenziale integrato. Tutto bello, certo.

Quel che manca, e quando si parla di finanza pubblica ormai ne siamo abituati, è il denaro. Per “riconvertire” l’ex casa del custode, infatti, servirebbero approssimativamente circa 100mila euro. Non una somma impensabile, visto che la struttura è in condizioni abbastanza buone, ma di certo una cifra che non può sborsare l’istituto… Di qui la richiesta di contributo alla Regione e la volontà di interfacciarsi anche con fondazioni private e con chiunque possa contribuire alla realizzazione del progetto.

Intanto l’amministrazione gongola, sperando nell’esito positivo dell’incontro di quest’oggi.

La proposta ci ha entusiasmati - commenta il sindaco, Andrea Perino -. Una soluzione di questo tipo sposerebbe due aspetti fondamentali. Da una parte quello economico, perché aumenterebbero i ricavi dell’istituto, e dall’altra quello sociale, perché questi ragazzi che sono stati meni fortunati di noi avrebbero la possibilità di poter vivere praticamente a fianco dei loro genitori anziani, con gli stessi servizi e la stessa struttura a seguirli. Speriamo che vada in porto, un progetto migliore di questo non potevamo augurarcelo”.

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