SETTIMO. Musica in politica

Moderato era moderato e moderato ancora un po’ lo è. Di quei moderati, che con la moderazione, se proprio si impegnano, sono davvero capaci a mandarti fuori dai gangheri.

Nino Daniel è fatto così e piano piano, lento lento, s’è fatto 5 anni in Asm, altri 5 in consiglio comunale e 15 da assessore.

Piano piano, lentamente, da qualche mese a questa parte, sta cercando di capire (tanto c’è tempo), se sia il caso di ricandidarsi ancora per un altro giro, oppure no. Il problema a ben vedere sarebbe anche un po’ di adesso.

Con chi sta? Dove vuole andare?

“Sono e resto un socialista”, dice a tutti. Vero è, però, che non fosse stato per i “Moderati”, forse in giunta non si sarebbe mai seduto. Ed è ancora e solo grazie al consigliere “moderato” Pino Velardo che continua a starsene seduto lì, dove sta seduto.

Tra i rompicapi, l’ultima è sull’Mdp. Ha aderito o non ha aderito? “Certo che ho aderito ma non è un partito -  ha risposto piano piano - Sei iscritto ad un partito se hai la tessera. Se non c’è la tessera non c’è un partito. E’ solo un’associazione. E’ un movimento. E’ come se io mi iscrivessi alla bocciofila. Quando ci sarà un partito a sinistra valuterò se aderire... Ad oggi non ho la minima idea”.

Un ingresso, insomma, lento lento, senza troppi significati, che va a braccetto con l’incompiuta uscita, anch’essa lenta, anzi no, lentissima, dalle file dei Moderati (sostantivo). “Un’esperienza civica o chiamatela come volete...”, si rincorre, ma non troppo.

Ci sarà un significato politico a tutto questo? “Certo che c’è - risponde -  ma è tutto in costruzione”. Note stonate? No! Almeno in musica l’equivalente del “movimento intermedio tra l’andante e l’allegro ...”