IVREA. Case popolari, Atc mette i sigilli

Da un giorno all’altro si sono ritrovati i sigilli ai loro box. I residenti di Via Bruno Buozzi sono incappati in un’amara sorpresa. A riservarla è stata l’Atc in seguito ad un controllo dei giorni scorsi. Secondo l’Agenzia che gestisce le case popolari, sorte, qui a Ivrea, ai tempi dell’Olivetti, per dare un tetto ai tantissimi lavoratori dell’epoca, i residenti dovrebbero corrispondere un affitto per l’utilizzo dei garage. Un costo che si aggira sui 50 euro al mese. “Non è così - tuonano, invece, i residenti -. Il box era compreso, nel contratto originario, insieme all’abitazione. Anche perché, qui, non abbiamo cantine. Quali altri spazi potremmo utilizzare per riporre automobili, biciclette o attrezzature?”. S’aggiunge che, mentre Atc chiede un pagamento per l’utilizzo delle strutture esterne, dall’altra le manutenzioni sono carenti. “I box andrebbero aggiustati - sottolinea una residente di via Buozzi -, le porte sono tutte rotte, si registrano perdite di acqua”. E così c’è chi sta paga l’affitto per protesta, perché gli è caduto un pezzo di muro. Nei giorni scorsi alcuni residenti hanno pagato, altri si sono rifiutati e l’Atc ha messo i sigilli promettendo che entro pochi giorni sarebbe venuta a sgomberare. E’ possibile riscattare i box, se si è insolventi, pagando 300 euro in maniera retroattiva e 50 euro al mese per i mesi a venire. “Siamo 36 proprietari e molti di noi in situazioni disagiate - sottolinea ancora una residente che chiede di restare anonima -. Alcuni anni fa l’Atc ci aveva inviato una lettera per stipulare il contratto di un box, ma io sono nata qua, ricordo che mia mamma pagava 6mila lire perché ogni casa aveva il suo box numerato. Queste case sono state costruite così, senza cantine, è ingiusto che oggi ci venga chiesto un affitto”.