VESTIGNE’. Assolto il presidente de "Lo Sperone", non ha violato le norme paesaggistiche

  Era tutto in regola. E’ stato assolto, lunedì scorso Massimo Filisetti, 39 anni, titolare de "Lo Sperone”. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Ombretta Vanini. L’uomo, assistito dall'avvocato Ferdinando Ferrero, si è trovato a rispondere del reato previsto dal DPR del 2001 n.380, ovvero per deturpamento di un’area di pregio paesaggistico per fatti risalenti all'agosto del 2012. La Guardia Forestale, durante un sopralluogo, aveva scoperto che l'area era stata spianata per fare spazio alle attività con i cavalli in assenza, però, delle dovute autorizzazioni paesaggistiche. Eppure, fin dalle prime udienze, è parso chiaro che la tesi accusatoria era appena a un filo. Le Guardie Forestali hanno sottolineato che quella zona è stata risanata e sicuramente migliorata rispetto ai tempi in cui veniva utilizzata per praticare motocross. E a questo proposito la difesa aveva già prodotto due fotografie dell'area, una risalente al 2010 e l'altra al 2015, ovvero prima e dopo i fatti. Dirimente è stata inoltre, lunedì scorso, la testimonianza, dell’architetto Franco Carra, 64 anni, tecnico del comune di Vestignè, chiamato per ulteriori chiarimenti in ordine a lavori di spianamento e di abbattimento di piante presso l’associazione  “Lo Sperone” di cui Filisetti era il presidente. L’accertamento risale al marzo 2012. “Nel maggio 2015 - ha raccontato Carra - la società di Filisetti ha presentato una richiesta di compatibilità paesaggistica e la Commissione Locale Paesaggio, in cui c’era anche il Comune, nell’agosto successivo, ha valutato e ha espresso parere favorevole ala compatibilità urbanistica. L’autorizzazione è stata data dopo. Essendo un’area in cui vige un vincolo per la vicinanza al fiume, perché è zona boscata ed i terreni sono ad usi civico, l’autorizzazione urbanistica è consequenziale all’autorizzazione paesaggistica. Per cui l’iter era sufficiente”. Filisetti è stato dunque assolto “perché il fatto non sussiste”.