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CALUSO. Belletti sui profughi: "vogliamo fare vera accoglienza", accordo con la Prefettura

CALUSO. Belletti sui profughi: "vogliamo fare vera accoglienza", accordo con la Prefettura

Il presidente del Ciss-ac di Caluso, Savino Beiletti

La proposta era stata avanzata un mesetto fa, durante le riunioni convocate a Strambinon e a Mercenario sul tema migranti, dal presidente del Ciss-ac di Caluso Savino Beiletti: stabilire un numero di profughi limite da ospitare, in proporzione alle possibilità del territorio, sulla scorta dell’esperienza di Avigliana e dintorni. Lo spunto era stato fornito dalla dottoressa Donatella Giunti della Prefettura. Unica quadra possibile per rendere attivi e partecipi gli enti locali, senza appesantirli di oneri (pochi comuni avrebbero le strutture ed il personale per riuscire a gestire da sé l’emergenza) ma dall’altra garantire un controllo serrato sull’attività delle cooperative. A far da collante sarà, appunto, il consorzio dei servizi socio-assistenziali. “L’accordo è pronto ma deve essere firmato e ne parleremo nei prossimi giorni” fa sapere il presidente Beiletti. E siccome il Ciss-ac non ha competenza in materia, il primo step burocratico sarà un’assemblea dei sindaci per affidare la delega. “Saremmo il primo consorzio del Piemonte - fa notare Beiletti - a realizzare un accordo di questo genere con la Prefettura per cui in questi giorni andranno perfezionati tutti i dettagli”. A partire dal numero. Si ipotizza un tetto massimo di 150 ospiti, assorbendo quelli già presenti (un centinaio). Quindi il Ciss-ac procederà alla gara per subappaltare il servizio ad un’unica cooperativa a cui potrebbero confluire i migranti di Mercenasco, Montalenghe eccetera, già in capo ad altre cooperative a meno che non si accordino fra loro. Ci si appoggerà a strutture private ma se un comune ha strutture pubbliche potrà metterle a disposizione. Inoltre verrà adottato il medesimo protocollo nazionale vigente per i servizi Sprar che comporterà regole più rigide. Nel bando, per esempio, saranno precisate le ore da erogare per l’istruzione, per dare un’infarinatura di italiano e forse anche di inglese, le cooperative dovranno rispondere quanto ore svolgono, dove, quando e con quale frequenze, giustificare se qualcuno non partecipa. Da un lato si garantisce un controllo, da un lato si forniscono gli strumenti per interagire, per avere un quadro del diritto italiano e norme di comportamento. Successivamente si potrà valutare un programma di attività di manutenzioni e pulizia del territorio. “Noi vogliamo applicare alle cooperative le regole dello Sprar - sottolinea Belletti - perché vorremmo dare risposte e rassicurazioni ai cittadini che si sono lamentati, vogliamo che al cittadino venga data la garanzia che questa è vera accoglienza e non un business, posto che per gestire la situazione deve esserci comunque una organizzazione economica. Il pubblico accoglie, attraverso privati e quindi le cooperative, e controlla. Non è giusto che non venga dato ai migranti da mangiare o che vengano dati i soldi una volta al mese e debbano andare in giro ad elemosinare perché non hanno nulla. E questo il cittadino lo percepisce. Noi vogliamo tentare di fare un’operazione coinvolgendo anche magari le associazioni del territorio, avendo un numero di migranti proporzionati al nostro territorio”. I sindaci si sono resi ampiamente disponibili. “Cercheremo di sfoltire gli interlocutori privati - sottolinea ancora Beiletti - con l’obiettivo di offrire si un servizio uguale a tutti. La vera integrazione si fa se queste persone vengono accolte ed i servizi vengano erogati con un controllo, non vengano lasciati allo sbando, sarà complicato ma cercheremo di dare il massimo”.
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