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CHIVASSO. La Voce vince in Cassazione. Niente carcere per i giornalisti

CHIVASSO. La Voce vince in Cassazione. Niente carcere per i giornalisti
Ha vinto la libertà di stampa. Ha vinto, per il momento, La Voce. Ieri la Corte di Cassazione ha annullato e rinviato ad un'altra sezione della Corte di Appello di Torino una sentenza di condanna a un anno e 6 mesi di Liborio La Mattina, direttore de La Voce e di 6 mesi per il capo redattore Emiliano Rozzino. In primo grado, a Biella, poi confermate in secondo grado, il giudice aveva stabilito pene da far accapponar la pelle, comunque, da indurre un giornalista a farsi due ragionamenti sul senso della professione. E quali erano i fatti contestati e risalenti al tempo in cui ad amministrare Chivasso era il centrodestra guidato dal sindaco Bruno Matola? Un sano e verace racconto politico su "condominiopoli", "avvocatopoli" e "pirlopoli", utilizzati in chiave neanche poi troppo ironica per raccontare il boom edilizio e il business delle "amministrazioni condominiali". La querela arriva dall'assessore Domenico Lo Conte, nel suo duplice ruolo, per l'appunto di assessore e di amministratore di condomini. Le motivazioni della Quinta sezione della Corte di Cassazione non ci sono ancora, ma già sappiamo che nel 2014 (sentenza 12203) , sempre a proposito di diffamazione a mezzo stampa, così si erano espressi i giudici, esortando i tribunali di primo e secondo grado a non infliggere il carcere ma solo multe. "I giornalisti - avevano detto i giudici  - in quanto categoria sono attualmente oggetto di gravi ed ingiustificati attacchi da parte anche di movimenti politici proprio al fine di limitare la loro insostituibile funzione informativa". Inutile aggiungere che siamo oltremodo soddisfatti. I complimenti vanno, evidentemente, al nostro avvocato difensore Patrizia Bugnano
Bugnano Patrizia Avvocato Patrizia Bugnano
   
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