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27 Marzo 2015 - 21:48
scarmagno fiamme ex-olivetti
Sono state accolte tutte le richieste di costituzione di parte civile nel processo, che verrà celebrato presso il Tribunale di Ivrea, per l'incendio che avvenne presso il capannone ex Olivetti di Scarmagno il 19 marzo del 2013. Lo ha stabilito il Gip Alessandro Scialabba, che martedì prossimo si esprimerà anche sulle richieste di rinvio a giudizio per sette persone: i due operai Emanuele Giampaolo e Luca Blessent, che quel giorno stavano lavorando sul tetto del capannone C, il loro datore di lavoro ovvero il titolare della Omg di Valperga, gli esponenti di Manutencop, società che aveva in appalto la manutenzione del comprensorio industriale e l’allora amministratore delegato dell’exCell Tel, Domenico Pellegrini.
Tra le parti civili, tra l'altro, ci sono anche tre dei 204 lavoratori della ex CellTel, oggi Telis. Un precedente, che potrebbe aprire alla costituzione di altri operari. Assistiti dagli avvocati Mario Benni ed Enrico Scolari, chiedono un cospicuo risarcimento, all'incirca di 25mila euro a testa: la differenza tra lo stipendio che percepivano prima dell’incendio e la cassa integrazione.
Decisamente più oneroso il risarcimento richiesto dalle proprietà (Prelios, di Olivetti Telecom, di Urmet e di Wirelab), per circa un milione di euro, malgrado le assicurazioni abbiano già pagato chi ha subito danni per circa 30 milioni di euro in tutto, compresi 600 mila euro già assegnati alla ex CellTel.
La richiesta di rinvio a giudizio, presentata dal Pm Lorenzo Boscagli, poggia sulla mancanza di un piano antincendio all'interno dello stabilimento. Fu infatti, secondo le ricostruzioni, la fiamma ossidrica dei cannelli usati dai due operai a scatenare le fiamme, dopo aver fuso due strati di plexiglass poi colati su materiale altamente infiammabile stipato nel magazzino.
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