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10 Febbraio 2014 - 16:49
tribunale
Spaccio di stupefacenti. Con l’aggravante di aver venduto hashish e marjuana a minorenni. Con quest’accusa è finito alla sbarra Emanuele Martano, 21enne di Cuorgnè, difeso dall’avvocato Massimo Campanale. Era stato arrestato l’estate scorsa in seguito di segnalazioni di genitori allarmati per le abitudini assunte dai figli a causa di “cattive compagnie“. Martedì scorso, di fronte al collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto, sono state sentite proprio due ragazzine a cui il Martano avrebbe fornito piccole ma frequenti dosi di droga.
L’interrogatorio è stato piuttosto tortuoso tanto che il giudice ha dovuto ammonire più volte le giovani a riferire tutta la verità, pena la trasmissione degli atti al tribunale dei minori per falsa testimonianza. I.M. è addirittura scoppiata in lacrime, dopo aver tentato di smentire le dichiarazioni rese a suo tempo di fronte ai carabinieri. Ma alla fine entrambe hanno confermato le versioni: si evince che la vendita degli stupefacenti non era un fatto occasionale ma un’abitudine ormai ben consolidata e regolata da codici precisi. Tramite sms i compratori comunicavano con l’imputato, in maniera più o meno implicita, modalità e luoghi degli incontri che molto spesso si svolgevano davanti l’istituto dei Salesiani.
Traspare che Martano non solo abbia venduto droga ad un ristretto gruppo di amici ma molto spesso si sarebbe intrattenuto con ragazzini con cui effettuava scambi sospetti. “Non li conoscevo, non vedevo la droga – ha riferito una delle due ragazze – ma banconote di piccolo taglio che lasciavano quindi pensare a piccole quantità“. Incalzata dalle domande di Garbellotto, I.M. ha confermato le dichiarazioni rese ai Carabinieri, ossia che conosceva l’ex ragazza di “Manuel“ (soprannome di Martano) ed era stato lui ad iniziarla all’assunzione di stupefacenti. Sempre I.M. ha confermato: “Contattavo Emanuele quasi sempre due volte a settimana, solitamente ad inizio e fine settimana. Oltre alla marijuana ho comprato da lui anche hashish per un totale di 3 o 4 volte”.
Le testimonianze hanno quindi contribuito ad avvalorare la tesi accusatoria, perorata dal pubblico ministero Ruggero Crupi. La sentenza sarà pronunciata ad aprile.
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