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CUNEO. Donna morta in burrone: un ragazzo la spinse, arrestato

CUNEO. Donna morta in burrone: un ragazzo la spinse, arrestato
Sembrava una tragica fatalità, il cadavere di una donna trovato in fondo ad un ripido pendio dopo essere precipitata da una altezza di circa cinquanta metri. E invece per gli inquirenti la morte di Giuseppina Casasole, 60 anni, non è stata un incidente. A spingerla nel precipizio, mentre raccoglieva dei fiori sul ciglio di una strada di montagna di Limone Piemonte, nel Cuneese, sarebbe stato un ragazzo, 19 anni il prossimo luglio. Il giovane è accusato di omicidio volontario: le avrebbe dato un calcio in preda ad una crisi psicotica, forse causata dall'assunzione di droghe. Un colpo alla schiena, sembra senza alcun motivo, dal momento che il giovane, non aveva mai visto quella donna di Viterbo che aveva scelto di trascorrere con la figlia minorenne alcuni giorni di vacanza nella nota località delle montagne cuneesi. "Avevo una musica in testa che mi diceva di farlo", avrebbe detto agli inquirenti l'arrestato, che aveva lasciato il reparto di psichiatria dell'ospedale di Cuneo dove i genitori lo avevano fatto ricoverare per una precedente crisi. Il ritrovamento del corpo lo scorso 30 maggio in località Vallone San Giovanni, dopo alcune ore di ricerche, scattate quando la figlia non aveva visto la madre rientrare dalla passeggiata con il loro cane. Un incidente, l'ipotesi iniziale dei carabinieri di Borgo San Dalmazzo. Eppure in quella morte c'era qualcosa che evidentemente non convinceva i militari dell'Arma che hanno iniziato ad indagare e, anche grazie alla collaborazione della polizia di frontiera di Limone Piemonte, hanno scoperto un'altra verità. Assistito dall'avvocato Luca Ritzu di Sanremo (Imperia), il giovane avrebbe confessato e, dopo la convalida del fermo, è ora recluso nel carcere torinese delle Vallette. "Dobbiamo capire se, quando ha confessato, era consapevole di quello che diceva oppure no", si limita a dire il suo legale, che nei prossimi giorni valuterà il ricorso al tribunale del riesame. "Date sempre il giusto valore alle persone" è l'ultimo post del giovane su Facebook, dove si definisce un giocatore professionista di poker. E dove, dopo che la notizia del suo arresto si è diffusa sul web, è stato preso di mira dai commenti social. "Proprio tu parli di dare il giusto valore alle persone!!!", "Quella donna poteva essere tua madre, tua zia, una tua insegnante. Ti sei rovinato la vita", si legge sul suo profilo.
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