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CUNEO. Giugiaro, "Garessio nel fango non doveva più capitare"

"Se succede una volta, non dovrebbe succedere più. Il problema è che manca un'attenzione scrupolosa, Se si continua così fra due o tre anni si ripeterà ancora".

Giorgetto Giugiaro, il designer che ha creato modelli di auto da sogno e geniali utilitarie, è nato a Garessio, una delle località del cuneese più duramente colpite dall'alluvione.

Nel paese, inondato dal Tanaro, c'è la casa dei nonni, ma anche il suo amato studio. Sono nella parte alta di Garessio e quindi non hanno subito danni. "Ho vissuto qui fino all'età di 12-13 anni - racconta Giugiaro - e non ho mai visto cose del genere. Ci torno quasi tutti i week end per disegnare, sono molto legato al mio paese d'origine. E mi dispiace vedere la gente che ancora una volta è costretta a togliere fango, a buttare via tutto. E' una disperazione, c'è un senso di impotenza. Mi dispiace anche per Ceva, Ormea, per tutti i paesi della valle del Tanaro che hanno subito danni".

"Il problema è il ponte ottocentesco: le tre arcate fanno da diga, da barriera. Bisognerebbe abbatterlo e farne uno nuovo, ma è un ponte che ha più di duecento anni. E poi ci sono gli alberi che non sono tagliati alla giusta distanza", osserva il designer, al cui genio creativo il Museo dell'Automobile di Torino dedica da oggi una grande mostra. Le responsabilità? "Quelle possono essere verificate dai tecnici, ma chiunque - osserva Giugiaro - si rende conto che se qualcosa di tremendo si ripete nello stesso modo vuol dire che non si è usato il buon senso, che non si è guardato al problema con intelligenza. O si cercano i rimedi o si spera in Dio, la natura non guarda in faccia a nessuno".

Giugiaro è un sognatore, ma di fronte alle immagini di fango e di dolore della sua Garessio non si trattiene: "forse invece di spendere soldi per andare su Marte, bisognerebbe fare di più per mettere in sicurezza le nostre terre".

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